Mattia Broli, il nutrizionista dei calciatori

Da calciatore a nutrizionista il passo è stato breve per il collaboratore di Mister Florindo e del Preparatore Atletico Nicola Marini

La passione per il calcio, la consapevolezza della strada da intraprendere nel presente e la voglia di crescere tutti assieme nel futuro; la carriera di Mattia Broli con il Desenzano Calvina è cominciata in veste di calciatore dapprima con Mister Beccalossi per proseguire con Mister Serafini e continuare con Michele Florindo dopodiché è iniziata la collaborazione in veste di nutrizionista.

Di cosa si occupa il nutrizionista?
“Nel mio caso mi occupo di dare ai ragazzi dei consigli nutrizionali sulla reidratazione e il reintegro dopo le partite, consigli che possano aiutarli nell’arco della stagione e nei periodi di partite congestionate. E’ una figura che sta prendendo sempre più piede. In futuro vorrei specializzarmi in veste di nutrizionista dei calciatori ma esterno alle società. Il nutrizionista esiste in alcune società di Serie A dove però hanno sia un ristorante che un cuoco, motivo per il quale queste figure si fondono e lavorano assieme, aspetto quasi impossibile in squadre di Serie D”.

Nutrizionista e dietologo non sono la stessa cosa, cosa differenzia le due professioni?
“Sono due figure separate, anzi in realtà sono tre. C’è il dietista, che ha una laurea triennale, che può preparare le diete solo dietro prescrizione medica; poi c’è il biologo nutrizionista che non può prescrivere farmaci e acquisisce la qualifica dopo cinque anni di studi in nutrizione umana e infine c’è il dietologo, che è un medico a tutti gli effetti, specializzato in nutrizione dopo un percorso di studi di sette anni che può anche prescrivere farmaci”.

Per ogni giocatore lei imposta una dieta su misura?
“Sulla squadra in generale no, mi limito a fornire buone norme che dovrebbero essere rispettate nell’arco della stagione e in determinati periodi, aumentando l’apporto di carboidrati quando si gioca l’infrasettimanale. Alcuni mi hanno chiesto un piano alimentare personalizzato, ma a livello privato”.

Un nutrizionista ha anche il compito di seguire i calciatori anche sotto il profilo psicologico, inerente l’alimentazione?
“Si, il rapporto psicologico è importante; la mia modalità di lavoro è volta alla ricerca di un’alta specificità del giocatore che, prima di tutto, è una persona. Stilo un piano alimentare partendo dalla compilazione di una scheda con gli alimenti preferiti, che rende tutto più sostenibile. Voglio sviluppare il contatto diretto con i giocatori ed essere il punto di riferimento per la risoluzione di qualsiasi problema alimentare”.

Ma tutti seguono scrupolosamente i suoi consigli oppure a volte qualcuno “sgarra”?
“Diciamo che sono più quelli che non li seguono che quelli che li seguono (ride, ndr) perché in questa categoria ognuno ha in testa di essere un giocatore di Serie D e spesso non vuole rinunciare ad alcune abitudini; io però non forzo nessuno a seguire un piano alimentare perché obbligandoti ottengo l’effetto contrario”.

Come è impostata una settimana-tipo, con la partita da giocare alla domenica?
“E’ sempre soggettivo, il piano alimentare deve essere disegnato su misura. Posso dire però che poche volte si arriva all’allenamento con una corretta idratazione; bere almeno 500 ml di acqua fino ad un paio di ore prima di scendere in campo per evitare l’ipoidratazione e prevenire gli infortuni è un aspetto fondamentale. Altra cosa importante è mantenere alto il quantitativo dei carboidrati, i grassi non devono superare i 63-65 grammi al giorno con un quantitativo proteico medio”.

Seguendo un regime nutritivo appropriato, migliorano le prestazioni sportive?
“Se è ben bilanciato e cucito su misura, le performance ne giovano sicuramente poi il tutto è sempre soggettivo. C’è da dire che molti infortuni accadono per un sovraccarico di lavoro oppure perché c’è un’alimentazione inadeguata e carente, come è emerso dalla compilazione dei diari alimentari: spesso i quantitativi calorici sono al di sotto di quelli richiesti, e il calciatore deve puntare sui carboidrati e limitare i grassi”.

Prima di una partita, qual è il menu dei giocatori?
Il menu è sempre il medesimo: verdure con patate, pasta, un secondo a scelta tra pollo, bresaola e crudo con del grana, crostata e caffè. Il totale parla di circa 1600 calorie con parecchie proteine e molti grassi; a mio parere il pasto pre-partita non dovrebbe prevedere il secondo e andrebbe limitato l’utilizzo dell’olio ma non ho ancora l’autorevolezza per poter impostare un piano alimentare specifico e forse per questa categoria non sortirebbe i giusti effetti”.

C’è un calciatore in particolare del Desenzano Calvina che è più attento degli altri all’alimentazione?
“Penso che Andrea Crema sia quello più determinato anche per la tipologia del piano alimentare che mi ha richiesto, improntato ad un giocatore di Serie C. Questo denota in lui la voglia di fare e di crescere”.

Come è iniziato il rapporto con l’attuale allenatore del Desenzano Calvina?
Avevo appena mandato un messaggio vocale a mister Florindo per avviare questo progetto e dopo pochissimo tempo mi ha chiamato dicendomi che qualsiasi cosa volevo chiedere avrei avuto il suo avallo. Questo mi ha fatto tanto piacere, oltre alla stima che i ragazzi mi dimostrano ogni giorno. La professionalità e la stima reciproca sono sempre rimaste intatte tra di noi”.

Mette a disposizione la sua professionalità anche per chi non c’entra nulla con il Desenzano?
“Si, al momento sto seguendo anche i privati, non solamente i calciatori; sto collaborando con tre centri e un altro è in fase di definizione. Sono un collaboratore sportivo e posso fornire consigli nutrizionali. Il mio futuro però lo vedo quasi totalmente sui calciatori, voglio affermarmi come il nutrizionista dei calciatori”.

Visto che lei segue anche persone al di fuori del mondo calcistico, come si fa per contattarla?
“Ho aperto da poco la pagina Instagram, si chiama “Football nutrition”.

Stefano Benetazzo