Con il tecnico della formazione che venerdì ha vinto il Trofeo Bresciaoggi, abbiamo parlato della stagione conclusa e delle sue emozioni
Desenzano (Brescia) 15.06.2022 – Su Massimo Ugolini è stato già scritto tutto. Si è già parlato del suo passato professionale accanto a Mircea Lucescu al Brescia Calcio, allo Shakhtar Donetsk e dei successi ottenuti in campo internazionale.
Ma il sorriso stampato sul viso dell’allenatore dell’under 19 dopo la conquista venerdì scorso della Coppa Brescia, prima storica in ordine di tempo da parte del Desenzano Calvina, sta a dimostrare che qualsiasi tipo di vittoria non ha disparità di categoria, di prestigio e di emozione.
Massimo Ugolini, desenzanese all’anagrafe, vive questa esperienza vittoriosa con quel pizzico in più di pathos, dove cioè oltre alla gioia c’è anche una forte dose di orgoglio.
Sono orgoglioso di questa squadra e del cammino fatto – dice infatti Massimo Ugolini – sono contento per quei ragazzi che quest’anno hanno trovato poco spazio in campionato. Contento perché in queste ultime gare si sono ritagliati un posto da titolare. Sono contento averli visti felici e soprattutto di non averli mai visti mollare. Sono tutti ragazzi eccezionali.
Come valuta il livello di gioco raggiunto da questa squadra?
Il salto di qualità c’è stato. Penso sia la cosa che mi abbia dato maggior soddisfazione.
Quando ha cominciato a credere in una vittoria finale?
Onestamente mai. Ricordo che a inizio di stagione una chiacchierata con Stefano Tosoni – DG Desenzano Calvina ndr – ci ha portati a pensare solo ad un percorso di crescita e senza sognare in grande. Poi di fatto la crescita c’è stata e nel momento più duro della stagione abbiamo avuto la consapevolezza di poter scrivere qualcosa di importante.
Quale è stato il momento più difficile?
Quando abbiamo affrontato la Vighenzi nei quarti di Coppa Brescia, cioè quando eravamo un po’ a terra moralmente. Infortuni importanti e l’abbandono di un sogno playoff di campionato arrivato poco prima, ci aveva portato il morale sotto i tacchi. Ma aver giocato una partita in quel modo, dove il campanilismo aveva detto la sua, come l’abbiamo interpretata, ci ha dato la scossa. Così abbiamo risalito la china e abbiamo cominciato a riacquistare autostima.
Breno e Franciacorta, le due squadre della provincia che insieme a voi disputano il campionato Nazionale, non sono arrivate alle semifinali. Può essere questo un valore aggiunto al successo finale?
Questo aspetto dà maggior lustro alla nostra vittoria perché significa che anche le squadre partecipanti alle categorie regionali, dispongono di ottime qualità.
Sul campionato invece, cosa si sente di esprimere?
Peccato non aver centrato la qualificazione playoff, erano lì a un soffio. Consideriamo che ben due squadre del nostro girone sono approdate tra le prime sedici delle finali Nazionali. Addirittura il Ponte San Pietro che, oltre ad aver vinto il girone, ora si trova ai quarti di finale. Contro Il Desenzano Calvina ha vinto di misura in casa e a Desenzano non è andata oltre lo 0-0 in una gara che se l’avessimo vinta non avremmo “rubato nulla”.
Cosa è mancato a questa squadra per la qualificazione ai playoff?
Tanti infortuni gravi che ci hanno messo ogni fine settimana nella condizione di inventare qualcosa di nuovo, è stato fattore determinate.
C’è un ricordo importante che si porterà di questa stagione?
Aver visto alcuni giocatori che a Settembre sapevo avrebbero trovato poco spazio, vederli invece titolari a fine stagione, mi ha riempito di orgoglio nei loro confronti. Veder crescere tanti ragazzi in questo modo credo sia per tutta la società un successo importante.
Un rammarico invece?
Troppi infortuni gravi nel corso della stagione. Infortuni muscolari che tengono fuori giocatori per una o due settimane, sono la norma in una stagione. Noi abbiamo invece dovuto rinunciare a giocatori importantissimi per mesi per la grave entità dell’avversità.
Tra questi il capitano Pietro Guarisco che comunque venerdì è andato in panchina.
Si. Pietro Guarisco si è infortunato gravemente a Marzo chiudendo la stagione con molto anticipo e soprattutto in un momento in cui lui e il gruppo stavano dando il meglio. L’ho voluto in panchina perché anche lui potesse alzare la Coppa in caso di vittoria. In occasione della gara vinta con tanto agonismo contro Brianza Olginatese ( in quel momento seconda in classifica ad un solo punto dalla prima – ndr ) aveva rotto il legamento crociato, ma in questo modo Pietro ha potuto prendere parte alla foto più importante della stagione. Se lo è meritato, come tutti i sette compagni di squadra in tribuna perché infortunati. Diciamo che lui li ha rappresentati. La Coppa è di tutti.
Quale sarà il futuro di mister Ugolini?
Io sto ragionando come se fossi l’allenatore anche per la prossima stagione. Ho fatto la relazione dovuta alla società su quanto fatto quest’anno e presto ci troveremo per parlare di tutto. Ma adesso godiamoci la felicità di questo successo.