I nuovi dello staff di mister Florindo: Stefano Pozza

Appese le scarpette al chiodo a giugno, risponde senza esitare alla chiamata del suo ex allenatore per fargli da secondo

Stefano Pozza è l’uomo nuovo della parte formativa del Calcio Desenzano Calvina. Chiamato dallo stesso mister Florindo per affiancarlo come secondo allenatore per tutta la stagione 2021-2022, Stefano Pozza è al primo anno di una preparazione pre-campionato che non lo vede in veste di calciatore.

Classe 1987 di Piovene Rocchette, vanta una carriera percorsa prevalentemente in Veneto, sua regione di origine e dove oggi vive con la moglie Valentina e il figlio Guglielmo di due anni.

Da calciatore avvia la carriera nel settore giovanile del Calcio Vicenza, poi il suo cammino gli regala tante soddisfazioni tra serie C e Serie D.
Arcigno difensore centrale, Pozza chiude la sua carriera nella Union Feltre, ma nel suo curriculum vanta stagioni d’alto livello nella Luparense, Este dove porta al braccio il vessillo di capitano, Altovicentino e Arzignano in serie D.
Giacomense e Cavese le uniche due squadre dove calca campi di serie C.

Benvenuto Mister
Grazie

Che effetto le fa sentirsi chiamare mister?
Suona ancora un po’ strano. Mi ci abituerò.

Cosa l’ha portata ad accettare la proposta del Desenzano Calvina?
Sentivo che era arrivato il momento di smettere, ma queste sono decisioni difficili da prendere dopo una vita passata a giocare a calcio. La chiamata di Florindo mi ha dato la spinta giusta per appendere le scarpe al chiodo. Michele (Florindo ndr) lo conoscevo perché è stato allenatore quando ero all’Este. Già allora era nato un buon feeling e alla proposta di diventare il suo secondo, non ho nascosto il piacere di poter vivere con lui la mia prima esperienza da tecnico.

Cosa succederà quando invece di leggersi tra i convocati toccherà a lei scrivere la lista?
Penso che a quel punto salterà fuori la verità. In questi giorni ancora non mi sono reso conto, sto vivendo un ritiro come ho sempre fatto ma presto mi scontrerò con la realtà e allora vedremo quali saranno le mie sensazioni.

Meditava già l’idea che smesso di giocare avrebbe fatto l’allenatore?
Ho già conseguito il patentino Uefa B da quattro anni, quindi per me è l’inizio di un percorso.
Questa prima fase di ritiro con il Desenzano Calvina, la ritengo una valida forma di studio che mi permette di crescere alla svelta e di confrontarmi anche sui miei apprendimenti negli ultimi anni dove non mi sono mai lesinato sui vari corsi di formazione. E’ chiaro anche che per me è una grande opportunità per apprendere come si lavora stando da questa parte della barricata. Inizio questa stagione con molto entusiasmo e spero nel mio piccolo di poter contribuire a questo importante progetto sportivo.

A Giugno di quest’anno chiude con il calcio giocato e ricevere subito una proposta da una società come il Desenzano Calvina. Si ritiene fortunato in questo?
Ho dovuto smettere perché un problema alle ginocchia non mi permetteva più di giocare a certi livelli, se devo essere sincero, aver ricevuto subito una chiamata così importante da un allenatore che conosco, da una società così organizzata e con un progetto così importante, è stato sicuramente un modo per smettere e non sentire il peso della scelta.

Cosa ricorda con maggior piacere i suoi trascorsi da calciatore?
Sono arrivato a giocare fino in serie C con la maglia della Giacomense, due anni che sono stati l’apice della carriera da calciatore e che ricordo con molto piacere. Poi a Cava dei Tirreni mi sarei aspettato qualcosa di più dalle mie possibilità, con la Cavese ho giocato poco ma mi sono portato tanta esperienza che ha contribuito molto nel proseguimento della mia carriera.

Un giocatore come lei ha vissuto una carriera girando l’Italia, le è stata maestra di vita permettendole di contrapporsi a varie culture e a diversità di metodologie di gioco. Quanto conta questo per la strada che si accinge a percorrere?
In tutti i posti dove sono stato ho raccolto qualcosa che mi porto dentro. Anche l’esperienza al sud, anche se un solo anno, credo mi abbia arricchito sia professionalmente che culturalmente. Questo è importante perché in uno spogliatoio ti puoi trovare a confronto con tante culture diverse.

Lei è sposato e ha famiglia in Veneto. pensa di proporre un trasferimento sul Garda?
No. Lei è di Thiene, viviamo in Veneto e sono pronto a fare il “pendolare”. Ci siamo conosciuti tanto tempo fa e i suoi impegni di vita non le hanno mai permesso di seguirmi fisicamente, ma mi è sempre stata comunque sempre vicino.

Però la vedremo a Desenzano?
Certo. L’anno scorso a Feltre per le restrizione per emergenza Covid non ha mai potuto seguire le mie partite dal vivo, ma quest’anno credo che a Desenzano la vedrete spesso.

Quanto conta sua moglie per il suo successo professionale?
Io e Valentina parliamo spesso, anche se cerco di non annoiarla con cose tecniche. Abbiamo un rapporto di grande condivisione delle nostre esperienze. Anche lei sulla sua giornata al lavoro mi tiene sempre aggiornato e si confronta.

Cosa le ha detto della sua scelta di smettere e di allenare?
Ha condiviso con me la scelta. Ha capito che ne stavo soffrendo molto togliendomi un po’ di serenità. Il suo aiuto morale è stato determinate, oggi sono un’altra persona che vive fuori e dentro casa la propria serenità.

E se le consigliasse un giorno la squadra da mettere in campo?
(ride ndr) credo non succederà mai.

Tornando a lei come, ormai ex, calciatore. Ci sono rimpianti?
Molto spesso amici o conoscenti mi considerano sfortunato perché dalla mia attività avrei potuto raccogliere di più. Io credo invece di aver avuto le mie possibilità ma probabilmente non sono stato capace di sfruttarle. Ad esempio l’opportunità concessami con la Cavese non l’ho colta appieno, ma probabilmente perché non ero ancora pronto a vivere un’esperienza di questo tipo. Le occasioni le ho avute, ho fatto esperienze che mi hanno sempre lasciato qualcosa: dalle metodologie di lavoro, alla disciplina e tanto altro che contribuisce alla crescita.

C’è un compagno di squadra con il quale negli anni è rimasto legato?
Ce ne sono diversi ma nominarne uno mi sembra di penalizzarne altri con i quali ho sempre vissuto momenti che ricordo ancora oggi con piacere. Da questo punto di vista mi sento fortunato, quando ho smesso di giocare mi sono anche chiesto se sono stato o meno un buon compagno di squadra.

Invece c’è un allenatore del quale porta un suo pregio in questa nuova avventura?
Si dice che gli ultimi allenatori sono quelli che ti rimangono un po’ di più nella mente. Io credo che sia così perché vedo in Nicola Zanini l’allenatore che mi ha smosso qualcosa.

Lontano dai campi da calcio, com’è Stefano Pozza?
Credo di essere un padre affettuoso ed un lavoratore. Non ho detto che il mio lavoro “vero” è quello della manutenzione del verde. Mi sento bene per quello che faccio.

#astrettocontatto Intervista a mister Mauro Coppini

Un nuovo appuntamento con un protagonista del Calcio Desenzano Calvina, l’incontro di oggi è con l’allenatore dei Giovanissimi 2006

Nel 17° appuntamento con la rubrica #astrettocontatto, lo spazio dedicato dalla nostra web tv ai protagonisti del Calcio Desenzano Calvina, microfoni aperti con Mauro Coppini, allenatore della squadra Giovanissimi 2006 .

La trasmissione è visibile su questo sito, sul canale Youtube e sulla sezione WEB TV della home page interagendo anche con i canali social ufficiali.

La trasmissione è condotta da Nando Vescusio, responsabile della comunicazione del Calcio Desenzano Calvina con la collaborazione di Claudio Monese (responsabile del settore giovanile); di Giulia Cuciuc e di Federico Folli dell’Agenzia Fotolive di Filippo Venezia.

Le immagini prodotte durante gli allenamenti al campo di Via Durighello a Rivoltella, sono state curate da Mirko Vallara

#astrettocontatto Intervista a mister Mattia Lorini

Appuntamento numero 15 con i protagonisti del Calcio Desenzano Calvina. Nella puntata l’intervista all’allenatore della squadra Allievi 2004-2005

Quindicesimo video della rubrica #astrettocontatto ovvero: voce ai protagonisti del Calcio Desenzano Calvina.

Uno a uno tutti i protagonisti del sodalizio gardesano, intervengono in una trasmissione visibile su questo sito, sul canale Youtube e sulla sezione WEB TV della home page interagendo anche con i canali social ufficiali.

Ospite di questa puntata l’allenatore della squadra Allievi Mista 2004-2005 del Calcio Desenzano Calvina, Mattia Lorini.
Mattia Lorini è figlio d’arte, suo papà Giovanni infatti (anche lui stretto collaboratore del Desenzano Calvina) è stato un calciatore professionista, ha vestito infatti le maglie di Milan, Vicenza, Venezia, Monza, Brescia, Genoa.

La trasmissione è condotta da Nando Vescusio, responsabile della comunicazione del Calcio Desenzano Calvina con la collaborazione di Claudio Monese (responsabile del settore giovanile); di Giulia Cuciuc e di Federico Folli dell’Agenzia Fotolive di Filippo Venezia.
Le riprese video di mister Lorini al Campo Gaetano Mascali di Rivoltella durante le fasi di allenamento sono di Mirko Vallara

#astrettocontatto Intervista agli istruttori del Technical Football Academy

Con l’ottavo appuntamento con i protagonisti del Calcio Desenzano Calvina, si entra nel programma estivo per i giovani. Ce ne parlano Davide Sinigaglia e Davide Coccaglio

Ottavo video della rubrica #astrettocontatto. Uno spazio sulla nostra web tv dedicato ai protagonisti del Calcio Desenzano Calvina.

Ospiti di questa puntata i maestri di tecnica sportiva Davide Sinigaglia e Davide Coccaglio che nella prossima estate terranno un corso di tecnica individuale dedicato ai giovani del Calcio Desenzano Calvina e a tutti coloro che vogliono migliorarsi nella pratica del gioco anche fuori dai confini di Desenzano.

La trasmissione è visibile su questo sito, sul canale Youtube e sulla sezione WEB TV della home page interagendo anche con i canali social ufficiali.

La trasmissione è condotta da Nando Vescusio, responsabile della comunicazione del Calcio Desenzano Calvina con la collaborazione di Claudio Monese (responsabile del settore giovanile); di Giulia Cuciuc e di Federico Folli dell’Agenzia Fotolive di Filippo Venezia.

Mazzotti e il Desenzano Calvina, le ambizioni si fondono per vincere

La voglia di vincere e di approdare tra i professionisti sono gli obiettivi sia di Mazzotti che della squadra

Ha fatto il suo esordio domenica nella sfortunata partita contro il Sona il forte centrocampista, classe 1997, Nicola Mazzotti, strappato ad una folta concorrenza solo pochi giorni orsono per andare a rinforzare il centrocampo del Desenzano Calvina.

Una lunga carriera alle spalle – dall’inizio al Cesena fino ai giorni nostri – con campionati di primo livello e importanti vittorie: questo il suo curriculum, che vuole ulteriormente potenziare vincendo con la nuova casacca.

Nicola, innanzitutto Le chiedo che tipo di giocatore è, quali sono le sue caratteristiche?
“Negli ultimi anni ho giocato play davanti alla difesa, sono un giocatore abbastanza ordinato a cui piace far giocare bene la squadra in maniera organizzata”

Ama più difendere oppure attaccare?
“Mi piace più attaccare, dominare la partita ed essere sempre votato all’attacco per creare occasioni e vincere la partita; ho avuto la fortuna di giocare in squadre che puntavano sul gioco per vincere e anche al Desenzano funziona così”

Si ispira a qualche giocatore, del presente o del passato, in particolare?
“Nel mio ruolo il migliore è stato Pirlo, mi piace molto il giocatore tecnico che è capace di gestire la palla e aiutare i compagni a giocare e a farli giocare bene”

Se invece le chiedessi di descriversi come persona, che ritratto farebbe di sé?
“Sono una persona normale, abbastanza riservata, a cui piace ridere, scherzare, stare con gli amici”

Questo 2020 è stato un anno estremamente difficile e complicato a causa della pandemia, che ha colpito l’Italia con modalità differenti. Come l’ha vissuta? Ha trovato delle differenze nella gestione della situazione dal Lazio alla Lombardia?
“Ha sconvolto le vite di tutti noi, non eravamo preparati e adattarsi alle regole e alle restrizioni non è stato facile per me, anche se adesso mi sto abituando. Non ho notato troppe differenze rispetto a dove giocavo prima, anche perché noi le viviamo solo nella vita privata. Sicuramente in Lombardia si è un po’ meno liberi vista la gravità della situazione”

Ha iniziato la stagione con l’Atletico Fiuggi. Cosa l’ha spinta a cambiare e a scegliere il Desenzano Calvina?
“Sono andato a Fiuggi perché le ambizioni erano alte, avevo vinto l’anno prima il campionato con il Mantova e volevo rimanere in società che puntavano a vincere, poi purtroppo le cose non sono andate come speravo.
Al Desenzano mi hanno fortemente voluto sia il Direttore
(Eugenio Olli ndr) che l’allenatore (Michele Florindo ndr) e non ho impiegato tanto tempo ad accettare; la società, che ringrazio tantissimo, è importante, ambiziosa e di primo livello. Mi è stato facilissimo scegliere di venire qui”

A Desenzano ha ritrovato Cazzamalli come compagno, con il quale aveva già giocato a Savona; un aggettivo per descriverlo?
“Un grande uomo”

Prenderà casa a Desenzano?
“Mi hanno dato un alloggio a Desenzano che condivido con un altro ragazzo e penso che rimarrò qui”

Da Cesena (suo paese natio, ndr) a Desenzano, passando attraverso numerose esperienze: qual è stata la più bella in assoluto?
“Penso Cuneo, dove abbiamo vinto il campionato di Serie D; avevo 23 anni, venivo da sei mesi di inattività perché ero senza squadra. Eravamo fortissimi e i giocatori erano fantastici. Mi sono trovato davvero bene e ho legato con amici che tuttora sento e che ritengo fondamentali per la mia vita”

Domenica c’è stato l’esordio con la nuova maglia e la riconferma nella successiva destando un’ottima impressione. Come l’ha vissuta?
“Nella gara contro il Sona sono subentrato a gara già iniziata cercando di fare il possibile per aiutare i compagni; è stato difficile perché non c’erano le condizioni per giocare, sfortunatamente non siamo riusciti ad ottenere un un risultato positivo, ma ero sicuro che già la domenica successiva ci saremmo riscattati e così è stato. Personalmente ho voglia di vincere, di sorridere e di ottenere importanti risultati assieme alla mia nuova squadra”

Cosa si aspetta da questa squadra? Quale spera possa essere il suo contributo ad una compagine che sta cercando di dimostrare tutto il suo valore?
“A livello di giocatori e di persone si commenta da sola: deve solo vincere. I valori sia in campo che fuori sono alti e importanti; dovremo cercare di fare il massimo e arrivare il più in alto possibile. L’attuale momento è assai difficile, ma i nostri valori verranno fuori perché siamo un bellissimo gruppo; io cerco sempre di mettermi a disposizione del mister e dare il massimo. Arrivare a stagione inoltrata non è semplice ma cercherò di dare il meglio: sono qui per disputare un campionato importante”

C’è un giocatore con il quale sogna o sognava di condividere il rettangolo di gioco?
“Penso di essere stato fortunato perché ho trovato calciatori importanti con i quali ho potuto giocare e che mi hanno aiutato tanto. Inoltre qualche anno fa ho avuto la possibilità di affrontare in amichevole uno dei miei giocatori preferiti, Alessandro Del Piero, ed è stato stupendo”

C’è un giocare al quale sogna di fornire un assist decisivo?
“Sicuramente Ibrahimovic”

Come occupa il tempo libero?
“Da nove anni condivido la mia vita con un cagnolino che si chiama Ettore; passo tanto tempo con Valeria, la mia ragazza e amo stare con le persone che mi vogliono bene. Tempo libero? Mi piace andare a pesca, visitare posti e città nuovi, spero di poter tornare a farlo quanto prima”

Cosa spera per il prossimo anno, sia professionalmente che personalmente?
“Spero sempre di realizzare i miei sogni, di poter costruire una famiglia e vivere serenamente ogni giorno”

Il ricordo calcistico più bello che conserva? E invece, quello che vorrebbe cancellare?
“Il più bello sicuramente l’esordio, con gol, tra i professionisti in Serie C con la maglia del Bellaria; quello più brutto l’infortunio al legamento del ginocchio sinistro subìto a Savona”

Il suo sogno calcistico?
“Divertirmi e poter stare sul campo il più possibile. Ma adesso il sogno è quello di poter vincere e arrivare tra i professionisti con questa squadra”.

Stefano Benetazzo

Allievi 2005, l’intervista a mister Davide Marchi

“Prediligo l’attività agonistica e sono consapevole che allenare questa fascia d’età comporta un impegno importante anche fuori dal campo che accetto con molta dedizione”

Davide Marchi è un allenatore del Settore Giovanile del Calcio Desenzano Calvina, la sua squadra è quella degli Allievi 2005 che partecipa al campionato provinciale di categoria.
Un gruppo consolidato che si ripropone anche quest’anno, la scorsa stagione ha infatti vinto “a tavolino” il campionato fermato dalla pandemia e proprio nel momento più bello della corsa della squadra gardesana. Purtroppo anche quest’anno il bel lavoro svolto nella preparazione rischia di non raccogliere i frutti sul campo, a tutt’oggi infatti il Covid è ancora a farla da padrona sui campionati.
Nella prima uscita stagionale il gruppo Allievi 2005 guidato da mister Marchi, vince 2-0 in casa, poi un nuovo alt imposto ai settori giovanili.
In questo periodo però la dedizione all’allenamento e la responsabilità di tutto il gruppo è talmente alta che con delle tabelle individuali gestite via web dall’allenatore.

Marchi di se come calciatore non ha molto da raccontare, ci parla con soddisfazione del periodo passato al Montichiari quando la squadra rossoblu gravita nel mondo dei professionisti. In quel periodo Marchi gioca nella squadra Allievi in un campionato che lo vede affrontare squadre di grande blasone come Milan, Inter e Atalanta. Poi con il passaggio tra gli Juniores, Marchi passa a Pozzolengo dove si concede il lusso anche di qualche presenza in prima squadra.

Come allenatore comincia invece al fianco di Grigoletto a Pozzolengo nella squadra Allievi. Marchi si appassiona e segue il suo mentore a Sirmione per un campionato con la squadra Giovanissimi. Poi arriva il momento in cui capisce che può avere in mano una squadra da solo e a Pozzolengo avvia la sua prima esperienza sulla panchina come primo allenatore. Poi il trasferimento a Desenzano e quest’anno viene confermato per il progetto del Calcio Desenzano Calvina.

Lei come giocatore ha smesso giovane. Perchè?
Alla base della mia scelta ci sono stati dei problemi personali, ma in fondo avevo intuito che dedicarmi al ruolo di allenatore in età giovane, mi avrebbe permesso di aprire porte che invece come calciatore mi ero reso conto che sarebbero rimaste chiuse

A Desenzano lei allena da diverso tempo. Ci racconta la sua esperienza?
Sono arrivato a Desenzano allenando la squadra Giovanissimi, nel periodo in cui il Desenzano era in Eccellenza, era un bel periodo della storia del club. Sull’entusiasmo la squadra che allenavo all’epoca, dal campionato provinciale ha acquisito il diritto a partecipare al campionato regionale. Poi nei due anni seguenti sempre con la gestione Locatelli, ho allenato la squadra Allievi. Successivamente con l’arrivo di Righetti che aveva accettato l’incarico di DS della prima squadra, ho allenato la Juniores Regionale fino al 2017. Tre stagioni per me molto positive

Nella sua carriera di allenatore ha sempre avuto a che fare con adolescenti, una fascia di età abbastanza critica per un individuo. Occorre una bella dedizione in un contesto così delicato, non trova?
Diciamo che mi piace molto l’attività agonistica, la prediligo alla scuola calcio e quindi sono consapevole che allenare questa fascia d’età comporta un impegno importante anche fuori dal campo. Lo accetto con molta dedizione

Allenare ragazzi adolescenti dicevamo, porta sempre un impegno importante. Secondo lei un allenatore in questa fascia di età, quanto conta dal punto di vista tecnico e quanto da quello educativo?
Dal punto di vista educativo conta moltissimo. Non voglio sbilanciarmi in un contesto così difficile, ma è certo che questi ragazzi ti vedono come un punto di riferimento passando tanto tempo con te. In alcuni casi io sono più presente dei loro genitori e questo mi rende coscente della mia responsabilità

C’è qualche ragazzo con cui ha mantenuto legami importanti anche dopo la fine del vostro rapporto professionale?
Certamente, anche più di uno e questo mi rende molto orgoglioso perchè sta a significare che oltre alla tecnica ho potuto far assimilare anche lezioni di vita

Ma un allenatore secondo lei può essere poliedrico al punto di poter allenare sia in “agonistica” che in “non agonistica”?
Ritengo che alla fine quando senti nelle tue corde una predisposizione per una determinata strada, percorri quella. Io mi sento più portato per la sfida e per la partita “vera” e quindi mi sto dedicando all’allenamento per le attività agonistiche piuttosto che per la scuola calcio. Non sottovaluto chi si dedica a quest’ultima, ma a un certo punto segui le tue capacità e quello che ti piace di più

Quindi nell’attività di base non ci si vede?
Non credo esista un allenatore in grado di allenare sia la prima squadra che i “piccoli amici” sono ruoli completamente diversi, quindi ti trovi di fronte ad una scelta

Ma una possibilità di panchina di prima squadra oggi, come la prenderebbe in considerazione?
Ho provato a Pozzolengo l’ebbrezza di allenare una prima squadra, volevo completare l’esperienza e vedere come ne sarei uscito. Ogni cosa al suo tempo

Cosa l’ha fatta decidere per il settore giovanile a Desenzano anzichè una carriera tra “i grandi”?
Ero appena diventato papà per la seconda volta. Vivo a Desenzano e quindi essere vicino a casa mi ha giovato. Consideriamo anche che la mia dedizione di allenatore è una passione, il mio lavoro è un altro. Lavoro nel settore alimentare per 8 ore al giorno

Visto che è entrato nella sfera privata, lei è papà di due figli maschi, li farà giocare a calcio?
Mattia ha sei anni, ha iniziato lo scorso anno la trafila nella scuola calcio del Desenzano. Andrea ha solo un anno, è ancora presto ma collocato in famiglia con un allenatore e un giocatore è probabile intraprenderà la stessa strada

E sua moglie cosa dice?
Simona porta sempre tanta pazienza

Ci sono episodi nella sua carriera che confermano che sta facendo un buon lavoro con il settore giovanile?
La mia soddisfazione è quando incontro ragazzi che ho allenato 10 anni fa che si fermano a salutarmi e a scambiare due parole. Penso che questo sia un grande riconoscimento di stima e lo prendo sempre come un piccolo successo per il mio lavoro svolto

Mister Marchi come si comporta con un ragazzo che salta spesso gli allenamenti?
Credo che alla base di tutto occorre sempre capirne il perchè. Io ho sempre insegnato e preteso buona educazione. Quando allenavo in prima squadra un giocatore che saltava due allenamenti avrei potuto farlo giocare ugualmente, nei ragazzi le dinamiche sono un po’ diverse dove contano più gli equilibri e la gestione del gruppo

Quest’anno lei ha costruito un bel gruppo sulle fondamenta della squadra dell’anno scorso. Purtroppo ancora uno stop. Come vede questa situazione?
Cerchiamo di essere ottimisti e mi auguro che i ragazzi possano tornare a giocare quanto prima. Si stanno tenendo in forma come possono, ieri hanno partecipato ad un corso comulativo sulla piattaforma zoom e si stanno dedicando anche alla pratica di yoga, una disciplina sottovalutata per il calcio ma che invece offre tante possibilità soprattutto in questo periodo

Ma la gestione di un gruppo di ragazzi che hanno una smisurata voglia di correre, come la sta vivendo?
E’ molto difficile da gestire. Mi confronto sempre con Matteo Alberti e Claudio Monese (Direttore e Responsabile del settore giovanile ndr) e dalle nostre telefonate si evidenzia il fatto che oltre a stare a casa dal divertimento vivono dalla loro camera anche le lezioni scolastiche. Un passo difficile per un adulto, figuriamoci per un ragazzo di 15 anni. Occorre trovare il guisto equilibrio, far loro passare troppo tempo sulle piattaforme diventerebbe un eccessivo peso e si potrebbe ottenere un effetto contrario

Lei che è un esperto nei rapporti con gli adolescenti, cosa va detto loro in questo periodo storico non indifferente?
Innanzitutto occorre trasmettere ottimismo. Poi far capire che ognuno di noi è responsabile per se e per gli altri. Potremmo essere tutti nella condizione di trasmettere il virus e sensibilzzarli su questo. Poche regole ma esposte nel modo giusto. Va anche detto che questi ragazzi hanno bisogno di divertirsi, di correrre e di giocare, credo quindi che quando potremo riprendere, l’aspetto tattico aspetterà un po’.