Giorgio Recino: bomber di razza per Desenzano Calvina

L’attaccante riconfermato alla corte di mister Florindo, ripercorre la sua carriera e si prepara ad affrontare una nuova stagione in biancoazzurro

Esattamente un anno fa, Luglio 2019, la Calvina sposta Serafini da punta centrale ad allenatore. La ricerca accurata e parsimoniosa da parte del Ds Eugenio Olli per una nuovo nome nel ruolo lasciato vacante, cade su una pedina importante e ben colladuata per il campionato di Serie D: Giorgio Recino.
Rinnovatogli il contratto prima della partenza per le vacanze, la punta vestirà la maglia del nuovo Desenzano Calvina per la stagione 2020/2021.
Milanese di nascita, classe 1986, Recino, dopo i primi vagiti calcistici nella scuola calcio del suo paese, viene notato dal compianto Roberto Clerici che lo porta prima alla Voluntas e poco dopo lo fa crescere nel vivaio del Brescia Calcio.
Chiusa la parentesi del calcio giovanile e di fronte a scelte importanti imposte dall’età, Giorgio Recino pensa da adulto anzichè da ragazzino che sogna palcoscenici di rilievo e apre un bar a Cologno Monzese.

Non ho mai pensato di giocare a calcio ad alti livelli – rivela Giorgio Recino oggi in vacanza a San Benedetto del Tronto – mi sono avvicinato a questo sport senza un motivo preciso. Confesso che all’inizio ho sempre giocato da difensore, poi quando ho intrapreso la carriera agonistica sono stato via via spostato in avanti fino a ricoprire il ruolo di punta centrale

Quale allenatore ha visto lungo facendole indossare la maglia numero 9?
Si sono accorti di questo mio talento alle giovanili del Brescia Calcio. Ricordo che Roberto Clerici disse che non mi poteva vedere in altri ruoli se non in quello di punta centrale”

Da cosa nasce la scelta di aprire un bar proprio mentre si sarebbe potuta spalancare per lei la porta di una bella carriera?
“E successo tutto dopo aver lasciato Brescia. Ho pensato che trovando un lavoro vero, avrei potuto comunque giocare tra i dilettanti e appena ho avuto l’occasione di un investimento ho colto la palla al balzo”

Tra i dilettanti, nella sua zona ha lasciato un bel segno, soprattutto nel Giana Erminio con la quale grazie ai suoi gol la squadra è passata dalla Promozione alla Serie C in tre anni.
“Già in Promozione avevo capito come si muoveva l’ambiente e ho potuto organizzarmi al meglio anche con il bar. Da lì sono riuscito a applicarmi ad entrambi i ruoli di barman e calciatore. Poi arrivato in serie C ho capito che avrei potuto dedicarmi un po’ di più al calcio che comunque resta sempre il mio primo amore”

Un anno solo tra i professionisti. L’anno della Serie C con 24 presenze e 3 gol ha dimostrato che la categoria poteva essere la sua. Perchè solo un anno?
“Pensavo di aver fatto bene, delle 24 partite che ho giocato nella mia unica stagione tra i professionisti con la maglia del Giana Erminio, 15 sono partito da titolare e pensavo che questo bastasse per una seconda stagione in serie C visto che ci eravamo salvati. A Dicembre durante il mercato invernale avevo anche rifiutato alcune offerte interessanti perchè ero convinto della riconferma”

Invece cosa è sucesso?
Niente in particolare, non rientravo più nei programmi. Con due punte di valore come Bruno e Gasbarroni, secondo il mister Cesare Albè io non avrei trovato molto spazio e quindi ci siamo lasciati con rispetto reciproco

Quindi di nuovo nei dilettanti nel MapelloBonate. Una sua scelta quella di tornare in D?
Ho preso in considerazione ciò che mi è stato offerto e quella mi è sembrata la soluzione migliore

Da quel momento poi è diventato un punto di riferimento della serie D. MapelloBonate, Olginatese, due stagioni a Ponte San Pietro fino alla Calvina. Qui però l’avvio non è stato troppo scoppiettante. Come mai?
Purtroppo non è stato il miglior momento della mia carriera. Parlandone ancora oggi non mi spiego un avvio così disastroso. Avevamo tutto quanto possibile per fare bene sia dal punto di vista tecnico che societario. Di conseguenza anche io mi sono sentito con il morale sotto i tacchi. Poi è risaputo che in quelle occasioni quando non c’è nulla che va per il verso giusto, anche io non ingranavo la marcia giusta. Poi per fortuna qualche cambiamento e quel pizzico di buona sorte in più ha messo in evidenza tutto il nostro vero valore”

Crede in un campionato di vertice per questo Desenzano Calvina?
“Penso che il presidente Roberto Marai stia formando una squadra con l’intento di un campionato scoppiettante. Occorre però rimanere con i piedi per terra, l’avvio della scorsa stagione insegna”

Cosa ne pensa della città di Desenzano?
L’anno scorso l’ho vissuta solo alla domenica e quindi non posso esprimermi sulla città. Sicuramente è un posto ed una piazza turistica importante e quest’anno essendo anche sede degli allenamenti magari potrò viverla di più ed esprimere un giudizio”

Dopo il calcio a cosa si dedica?
“Faccio il marito ed il papà. Sono sposato con Valeria e da un anno è arrivato anche Riccardo, il nostro primogenito”

La famiglia la segue durante le sue trasferte?
“Viviamo in provincia di Monza ma appena possibile Valeria mi segue. Vedere la propria donna sugli spalti è sempre bello, è una forma diversa per stare comunque insieme”

Hobby?
“Avendo avuto sempre un doppio ruolo tra bar e calcio, non ho mai avuto tempo e necessità di coltivarne”

In un attacco di fantasia senza concetto di tempo e tipo di campionato. Da chi lei, come punta centrale le sarebbe piaciuto, almeno una volta, ricevere un cross?
Una domanda che non mi aspettavo, di solito mi hanno chiesto a chi mi ispirassi ed ero già pronto a dire Zlatan Ibrahimović, ma cosi rimango spiazzato” – Giorgio Recino ci pensa un po’ e poi sfodera tutta la sua fede milanista – “Credo che almeno una volta nella vita mi sarebbe piaciuto girare in rete un cross di David Beckham”.

Marai: “A Desenzano per portare la città nel calcio che conta”

Alcune dichiarazioni del presidente del nuovo sodalizio raccolte all’indomani della presentazione del progetto Calcio Desenzano Calvina

Roberto Marai è l’uomo nuovo del calcio bresciano.
La sua voglia di fare calcio a alti livelli, lo porta a non strafare, a mettersi in discussione, diventare presidente della Calvina e mettere a punto un progetto calcistico dal sapore di grande imprenditoria.
Un passo quello del presidente Marai, studiato con molta parsimonia ma senza mettere da parte tutto l’entusiasmo di chi vuole stupire tutti a tutti i costi.
Lunedì 13 Luglio, presso la sala Brunelli del palazzo del Comune di Desenzano, è stato presentato il progetto che unisce Sporting Desenzano, società di storiche radici sul territorio e Ac Calvina 1946 di cui Roberto Marai ne era presidente (leggi la news)

Signor Presidente, come nasce questo progetto?
Nasce con la volontà e la consapevolezza che questo Desenzano Calvina può diventare la terza forza del calcio bresciano. L’affetto della cittadinanza sarà fondamentale, mi auguro anche che questo possa essere un viatico di una cooperazione con gli imprenditori locali, che hanno a cuore Desenzano e che vogliono contribuire al raggiungimento di grandi risultati

Un progetto molto ambizioso Presidente, ma si limita solo alla prima squadra?
Assolutamente no. Grazie al grande lavoro svolto dallo Sporting Desenzano, troviamo un settore giovanile già confezionato ma cercheremo di migliorarlo, di implementarlo e di completarlo. Grazie al settore giovanile nascerà un rapporto con il territorio

Ci sono quindi tutti i presupposti per fare del calcio “serio” a Desenzano, un aspetto che è sempre mancato alla città. Perchè secondo lei?
I motivi non posso saperli. Penso invece che la piazza meriti molto di più di quanto ottenuto in 92 anni di storia, partiamo con un titolo sportivo di Serie D, ma sognare non è peccato e quindi già immagino il Desenzano Calvina tra i professionisti, ma ora dobbiamo pensare alla realtà in cui ci troviamo e fare una cosa alla volta.

Prospettive di rivalità con la Feralpisalò?
Sono discorsi prematuri e soprattutto parliamo di una realtà che ha alle spalle una storia recente di tutto rispetto, strutturata in forma estremamente professionale ed un presidente capace di investire e costruire un progetto sportivo di tutto rispetto. Noi ad oggi possiamo solo prenderne spunto.

Quali sono stati i vostri rapporti con l’amministrazione Comunale di Desenzano del Garda in fase di avvio di questa sinergia?
Abbiamo trovato da parte del Sindaco e di tutta la giunta una piena disponibilità. In fatto di strutture si sono dichiarati ben disposti e quindi sono orgoglioso di far partire questa avventura.

Le sinergie messe a punto in questa fase dove possono portare la città di Desenzano?
Faremo il possibile per ottenere un lavoro importante e soprattutto di qualità.

Secondo lei ci sono già i presupposti per pensare a questo già a partire dalla stagione imminente?
Mi auspico di partire con un campionato scoppiettante, di fare molto bene da subito. Il punto di partenza della Prima Squadra è già avanti rispetto alla scorsa stagione perchè il gruppo è già ben collaudato. La riconferma di mister Florindo è sinonimo di continuità quindi già strutturata per accettare questa nuova sfida.

21 giugno 2019-21 giugno 2020: un anno di presidenza Marai

Il 21 giugno 2019, dal salotto salodiano del Gentlemen Culture Club, iniziava ufficialmente l’avventura della nuova proprietà della Calvina, guidata dall’imprenditore Roberto Marai, che prendeva il testimone dalla famiglia Vaia per dare un nuovo volto e nuove ambizioni alla realtà calvisanese. Contemporaneamente si toglieva il velo al nuovo logo del club. Una trasformazione negli uomini e nell’immagine, che nel giro di pochi mesi avrebbe dato nuova linfa al progetto Calvina. Oggi, a distanza di un anno esatto, ci troviamo nuovamente al centro di un cambiamento, di un secondo step di crescita mosso seguendo quella stessa visione che già dodici mesi fa il presidente aveva rivelato.

A riprendere le dichiarazioni di quel giorno, infatti, si leggono i concetti poi messi in pratica nel breve arco di tempo di una stagione. A partire dagli intenti sportivi, quelli più visibili dall’esterno: «L’obiettivo di quest’anno – diceva Marai – sarà creare un team forte ed organizzato, pronto ad affrontare questa avventura nel modo più professionale possibile. Dal punto di vista sportivo puntiamo ad un campionato tranquillo, che ci possa portare ad una salvezza serena; il sogno è di avvicinarci il più possibile alla zona play off». Così è stato, grazie ad una risalita impetuosa sospinta dalla leadership di mister Michele Florindo e sostenuta dagli investimenti sul mercato della stessa proprietà. Il quarto posto finale, ottenuto in un campionato interrotto dal virus, è un risultato solido dal quale ripartire e sul quale costruire le convinzioni di domani.

Ma allargando il quadro anche le mosse strategiche sul territorio, sulla ricerca di nuovi partner, sull’elezione di Desenzano come bacino di riferimento del progetto, erano stati anticipati dalla prima uscita pubblica di Marai da presidente della Calvina: «È il nostro primo anno, dovremo prendere le misure con questo ambiente e, prima di tutto, dovremo accasarci: giocheremo a Desenzano, abbiamo trovato un’amministrazione comunale entusiasta della prospettiva; ciò è fondamentale per noi, perché vogliamo legarci al mondo sportivo desenzanese, cercando di creare sinergie sul territorio per poi rendere futuribile il progetto di accrescere la partecipazione e l’ambizione di questa neonata compagine. Pensiamo che lavorando nel modo giusto potremo avere la possibilità di portare il calcio a Desenzano ad un livello superiore, che non ha mai avuto ma che gli spetterebbe per il prestigio della piazza. Il tutto tenendo vivo il rapporto ed il legame con Calvisano, che rimane la nostra casa ed il nostro luogo d’origine».

Il Roberto Marai di oggi guarda avanti con fiducia nonostante crisi economiche e preoccupazioni, conoscendo la strada percorsa fino a questo punto: «Un anno che è volato, un anno denso di emozioni contrastanti: l’entusiasmo e l’esaltazione per la rincorsa salvezza concretizzata all’ultima giornata della scorsa stagione, che mi vedeva già partecipe, seppur dietro le quinte, del progetto Calvina; la presa della titolarità della società e la voglia di far bene, che si sono però scontrate con una partenza traumatica dal punto di vista dei risultati; la grande cavalcata con la quale abbiamo risalito la classifica e poi il nuovo stop, dettato stavolta dall’emergenza sanitaria per il coronavirus. In questo anno ho imparato molte cose del calcio che da fuori non potevo conoscere, incontrato molte persone. Abbiamo creato una squadra di giocatori e di uomini, che ha saputo dare risposte eccezionali proprio nei momenti più difficili. Un anno assolutamente positivo».

«Da poche settimane abbiamo intrapreso un nuovo percorso – continua l’imprenditore salodiano –, le mie responsabilità cresceranno ulteriormente, sarò presidente anche dei ragazzi del settore giovanile. Sarà più difficile, ma più stimolante. Punteremo molto sul settore marketing per trovare sostegno sul territorio, ma la situazione non è semplice. Veniamo da mesi di ingiustificato immobilismo, il Governo ha preso decisioni inspiegabili, non legate alla salute, mettendo in cassa integrazione la gente al posto che farla lavorare, bloccando alcune realtà e tenendone aperte altre. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, lo dice la Costituzione, bisognava trovare il modo di tornare alle nostre attività, invece sono passati interi mesi senza produrre indotto, soffocando i mercati ed incrementando il già preoccupante debito pubblico. Ad ogni modo la nostra volontà è quella di alzare l’asticella. Sarà difficile confermare tutti i protagonisti dello scorso anno, so che stanno arrivando offerte fuori mercato ai nostri calciatori, ma spero che i ragazzi abbiano inteso che questa è una società seria, che i contratti e la parola li rispetta. Comunque vada, sarò grato ad ognuno di loro per la strada condivisa in questi dodici mesi».

Chiarezza, ambizione, trasparenza, progettualità, strategia. La Calvina in questi giorni sta definendo l’ingresso di soci dello Sporting Desenzano per aumentare lo spessore, le dimensioni e le potenzialità della società. Dopo aver spento la prima candelina siamo già di nuovo con le maniche rimboccate, ansiosi di rimetterci al lavoro. Il secondo anno è già iniziato.