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VIDEO| Intervista a Mister Tacchinardi dopo Desenzano-Crema
L’allenatore del Calcio Desenzano in tribuna stampa dopo la vittoria nel primo turno di Coppa Italia contro Crema (1-0)
Matteo Aberti, il punto sulla stagione con il Direttore del Settore Giovanile
A conclusione del terzo anno del progetto Calcio Desenzano, il Direttore traccia un bilancio e guarda verso il futuro
DESENZANO (Brescia) 28.06.2023 – Matteo Alberti è a Desenzano nel ruolo di Direttore del Settore Giovanile da quando Roberto Marai ha avviato il progetto Desenzano Calvina, poi modificato in Calcio Desenzano. Prima ancora Matteo Alberti ha avuto ruoli importanti nella Pro Desenzano e successivamente con lo Sporting Desenzano.
Dodici anni dedicati al seguito del calcio giovanile nella città di Desenzano e con tante soddisfazioni da raccontare.
L’avvio del progetto dell’era Marai è un periodo buio per Desenzano e per tutto il calcio mondiale. Il covid ha penalizzato tutti e la città del Garda non si è potuta sottrarre dalle vicende pandemiche. Ma ciò è comunque servito per tracciare quelle linee guida che già nella prima vera stagione, hanno riempito la bacheca di via Durighello con tanti trofei.
“Un bilancio importantissimo – sottolinea Matteo Alberti – siamo partiti con tutte squadre partecipanti ai campionati provinciali vincendo tre campionati e tre titoli provinciali, tre Coppa Brescia e due secondi posti”.
Direttore, poi l’anno successivo il Desenzano non si è fermato qui perché ha raccolto altri successi, meno dell’anno precedente ma comunque altrettanto valido in quanto le vostre squadre si sono cimentate con squadre più forti e più collaudati nei campionati regionali.
“Le vittorie della stagione 2021/22 hanno permesso a ben tre squadre di partecipare nella stagione appena conclusa ai regionali, alle quali si è poi aggiunta una quarta attraverso le qualificazioni nella prima parte di campionato”
Ma quali erano le aspettative della stagione conclusa?
“Mantenere la categoria regionale degli Under 17, essere la mina vagante con gli Under 16 per provare a tracciare una base al fine di tentare di vincere in futuro il titolo regionale e provare a vincere il campionato con gli Under 15. Poi con gli Under 14, tentare di vincere il campionato provinciale per stabilizzarsi anche con quella squadra tra le elette a partecipare al campionato regionale”.
Risultato alla mano, gli obiettivi sono stati centrati tutti. Un successo totale anche se meno appariscente della scorsa stagione. Si ritiene soddisfatto?
“Si perché agli obiettivi minimi stagionali, abbiamo ottenuto un bel risultato dall’Under 17 che oltre ad aver mantenuto la categoria, si è guadagnata anche un posto nei playoff. La squadra di mister Lombardi (Under 16 ndr) si è fermata ai quarti playoff in casa della Brianza Olginatese al termine di una gara equilibrata e avvincente. Proseguendo il discorso, con gli Under 15 abbiamo conquistato il primo trofeo regionale della nostra storia. Questo permetterà ai 2009, di poter partecipare ad un campionato Elite Regionale nella prossima stagione, sarà la prima volta per il Desenzano”
Anche la squadra Under 14 sembra sia andata oltre le aspettative. Non trova?
“Direi di si. Nella fase provinciale ha chiuso il percorso vincendo tutte le partite e senza subire reti. Nella seconda parte, quella regionale, paga lo scotto delll’inesperienza e quindi chiude con una posizione di classifica arretrata. Ciò comunque non cancella il sorriso di una soddosfazione perchè i ragazzi hanno sempre e comunque espresso un buon calcio”
Quindi nella stagione 2023/24, quali saranno le squadre del settore giovanile che si cimenteranno in campionati extra-provinciali?
“La Juniores che parteciperà al Campionato Nazionale, l’Under 17 e l’Under 16 che giocheranno il Campionato Regionale, l’Under 15 che disputerà il Campionato Regionale Elite e l’Under 14 chiamata al via per un Campionato Regionale”.
Una bella soddisfazione.
“Questi risultati ci hanno portato in sole due stagioni ad entrare nell’Elite del calcio bresciano”.
Secondo lei, aver raggiunto la possibilità di iscrivere ogni squadra ad una competizione regionale, possono secondo lei aiutare il movimento aumentando il numero dei tesserati?
“Questa è proprio l’attenzione che il Calcio Desenzano dovrà avere. Nelle annate delle squadre che parteciperanno ai Campionati Regionali, iscriveremo anche team che giocheranno in quelli provinciali dando possibilità a tutti di avvicinarsi alla nostra realtà, anche a giocatori che possono essere di grande attenzione e che per vari motivi possono crescere in realtà meno eclatanti.”
Una sorta di fucina di talenti?
“Nessuno chiamato a far parte di una squadra provinciale dovrà ritenersi inferiore o di seconda scelta. Piuttosto facente parte di un unico gruppo coeso. Abbiamo pensato solo di non iscrivere la squadra Under 17 ai campionato provinciale ma solo in quello regionale. Questo perché l’età dei ragazzi ad un passo dalle scelte più vicine alle prime squadre, ci rende difficile in questo preciso momento del percorso il compito di scounting.”
Quindi non è detto che chi viene selezionato in una squadra partecipante ad un campionato provinciale, starà li per sempre?
“Esattamente. Per arrivare a costruire una squadra competitiva nell’ultimo atto dei settori giovanili, ovvero la Juniores, la società deve avere un bacino di atleti più ampio possibile, ma questo non preclude a nessuno di essere preso in considerazione per una squadra regionale.”
E’ una buona cosa. Praticamente un aiuto da parte della società a far crescere i propri atleti tesserati?
“Assolutamente si. La crescita di un ragazzo dipende da tanti fattori: lo sviluppo fisico, dalla determinazione di arrivare e tanto altro. Certo, la qualità è importante, ma i nostri preparatori saranno capaci di estrapolare il meglio da ognuno di loro, ma la tenacia e la determinazione sono parte altrettanto importante di un atleta”.
Lei insiste nel dire che essere selezionati in squadra provinciale è un percorso e non una scelta di qualità. Perché?
“Perché effettivamente da molti viene vista come una seconda scelta, ma non è così. E’ un percorso della vita. In un determinato momento puoi anche essere meno pronto di qualcun altro, ma le cose si possono invertire con il passare del tempo e soprattutto con l’aiuto di chi crede nelle tue possibilità.”
Quindi massima attenzione per tutti?
“Si e con un team di allenatori qualificati e preparati per il progetto avviato”
Con il settore femminile, quali sono le aspettative?
“Un movimento in crescita avviato alla nascita del progetto grazie alla spinta di Claudio Monese e Daniela Cipolla. Grazie all’aiuto di Nicola Ruggeri, Alice Motte e Federica Zanca siamo riusciti in brevissimo tempo a creare numeri importanti. Quest’anno il Calcio Desenzano ha iscritto tre squadre: Under 17, Under 15 e le piccoline dell’Under 12 che si sono cimentate sempre con squadre maschili. Per la prossima stagione vogliamo iscrivere le stesse tre categorie con il chiaro intento di continuare il processo di crescita.”
Direttore, le concedo le ultime righe di questa intervista affinchè possa dire quali saranno gli obietttivi della stagione 2023/24
“Al Desenzano manca solo una categoria per essere un settore giovanile completo, quello dell’Elite Regionale dell’Under 17. Questo sarà l’obiettivo principale per la stagione a venire. Ovviamente oltre alla conferma di tutte le squadre nelle loro categorie regionali e regionali elite oltre a cercare di centrare un altro titolo.”
La sede di via Durighello è ampia e la bacheca è spaziosa. In bocca al lupo a tutto il settore giovanile del Calcio Desenzano
Capone, una carriera fin qui sempre con la maglia del Desenzano
Talentuoso calciatore ha vestito le maglie del Desenzano di tutte le categorie. Per i suoi 19 anni non farà più parte del settore giovanile
DESENZANO (Brescia) 22.05.2023 – C’è un veterano per ogni squadra, in quella della Juniores del Calcio Desenzano si chiama Luca Capone. Sfogliando vocabolari online, la parola veterano è associata a chi esercita un’attività o una professione; oppure a un atleta che pratica da molti anni uno sport e che per lo più si è ritirato dalle gare. Luca Capone nulla di tutto questo. Con la sua giovane età (nato a Desenzano il 16 ottobre del 2004) è l’unico superstite di quella squadra che in avvio di progetto calcio Desenzano, è entrato da subito nella storica rosa che ha composto quella squadra giovanile, prima e finora unica squadra partecipante a un campionato nazionale.
Punta, mezzapunta e all’occorrenza trequartista, nella stagione appena conclusa si mette a disposizione del gruppo interpretando il ruolo di playmaker. “Pirlo ha iniziato la sua carriera così, retrocedendo da attaccante a uomo davanti alla difesa” gli disse scherzosamente mister Ugolini al ritorno dalla vittoriosa trasferta di Casatenovo contro Casatese all’epoca seconda in classifica. In quell’occasione, Capone disputa una delle sue migliori partite e riesce anche a mettere in ghiaccio la vittoria con un preziosissimo gol. Ma Capone dall’alto della sua umiltà che lo ha sempre contraddistinto, non si esalta, non si monta la testa, ma anzi, cerca in ogni parola e in ogni consiglio, di creare spunti per una carriera.
Questo si evince quando nella nostra intervista, cerca di soffermarsi su tutto quanto lo può migliorare: “vorrei riuscire a lasciar fuori dal campo di gioco certi aspetti della vita che a volte ne condizionano le mie apparizioni in campo – ci confida Luca Capone – a volte tendo a chiudermi in me stesso e sono consapevole che è un aspetto sul quale voglio e devo migliorare“
Quali sono stati i primi approcci con il calcio?
Come ogni bambino, sognavo di diventare una star con la maglia della mia squadra del cuore (Napoli n.d.r), magari quella con il numero 10 che fu di Maradona. Così all’età di sei anni ho provato a cimentarmi. Essendo nato a Desenzano è stato semplice cercare un club che me ne desse possibilità. Poi man mano crescevo vedevo che ero nel mirino di alcuni tecnici. Ho provato con test al Chievo e alla Feralpi Salò, ma quella del Desenzano è sempre stata la mia maglia.
Cosa ha imparato tecnicamente? C’è un gesto atletico di cui va fiero?
Quando giocavo in attacco ero sempre posizionato a sinistra, in quella zona di campo ho imparato a sterzare e rientrare sul piede preferito calciando a giro sul secondo palo.
Tanti anni al settore giovanile del Desenzano con tanti tecnici diversi. Con quale ha imparato di più?
Non perchè è l’ultimo mio allenatore in ordine di tempo, ma credo che Ugolini sia stata la fonte dei miei più utili insegnamenti. Ho migliorato molto nello smarcamento, nel pressing e a portare palla. Il mister mi ha dato molto anche dal punto di vista umano, lo considero un genitore aggiunto.
Qualche allenamento con la prima squadra, ma non è mai capitata l’occasione di un esordio. Cosa si aspetta quando succederà?
Sono al capitolo finale della mia esperienza nel settore giovanile e quindi mantengo ancora i piedi per terra. A giugno ci sarà una svolta importante, certo, la speranza è quella di fare il ritiro con la prima squadra del Desenzano, ma vorrei tenere aspettative basse.
In questa sua lunga permanenza nel settore giovanile, c’è una partita per lei memorabile?
Si quella giocata a gennaio 2018 contro Aurora Travagliato. Entrai da titolare nella squadra di ragazzi di un anno più grandi e mi misi in luce segnando tre gol, per me uno più bello dell’altro. Vincemmo la partita contro una squadra data per favorita e questo rese la vittoria ancor più bella.
Quella che invece vorrebbe dimenticare?
Più che dimenticare, la vorrei rigiocare. Parlo di una gara del 2017 contro Rigamonti, scontro diretto per la vittoria in campionato. Sotto di un gol malgrado stessimo tutti giocando una bella partita, riuscii a conquistarmi un calcio di rigore, ma lo tirai addosso al portiere. Mi crollò il mondo addosso e solo grazie al cuore dei compagni e dell’allenatore riuscii a guardare avanti. Questo aspetto mi ha fatto anche capire quanto fosse importante la coesione di un gruppo, infatti il campionato lo vincemmo lo stesso.
Quel è stato il compagno più forte con cui ha giocato?
Per il suo carisma e per la tranquillità che trasmetteva a tutti: Pietro Guarisco.
Il sogno nel cassetto?
Ho sempre desiderato come ogni bambino che gioca a calcio di esordire in serie A, una volta cresciuto ho capito che quel sogno doveva rimanere tale. Vivo questo momento sperando in una vita felice, serena e priva di rimorsi.
Come ultimo passo di questo nostro incontro, vorrei offrirle qualche riga per dire magari qualcosa che non è stato detto o per ringraziare qualcuno.
In tutto questo non ho citato mio padre. É ed è stato il mio compagno di avventure, l’unico che c’è sempre stato e senza mai mettersi d’intralcio nel mio percorso anzi, incoraggiandomi nei momenti in cui ne avevo davvero bisogno. Ha sempre trovato il tempo da potermi dedicare, anche se in quest’ultimo periodo mi segue un po’ meno ma per problemi di diversa natura. Lo sento sempre e comunque vicino e a lui devo tutta la mia carriera calcistica e la mia crescita come uomo.
VIDEO| Le interviste dopo Alcione-Desenzano 2-1
Al termine della gara playoff disputata allo Stadio Kennedy, l’allenatore del Desenzano Tacchinardi risponde alle domande dei giornalisti
MILANO 14.05.2023