Riccardo Palmieri si accasa al Desenzano Calvina, confermato Andrea Crema

Due centrocampisti per mister Florindo, una gradita riconferma e un esperto del centrocampo scuola Inter ex Fanfulla

Calcio Desenzano Calvina comunica ufficialmente di aver acquisito il diritto alle prestazioni sportive per la stagione 2020-2021 del nuovo giocatore Riccardo Palmieri (centrocampista dal Fanfulla, classe 1995) e la riconferma di Andrea Crema (centrocampista classe 1999)

Riccardo Palmieri nasce a Lodi il 26 Settembre del 1995.
Inizia la carriera nelle giovanili del Piacenza per poi trasferirsi all’Inter.
Da giocatore invece a Modena nella stagione 2013/2014 con la squadra Primavera, poi il team nerazzurro, che ne deteneva la proprietà del cartellino, lo dirotta alla Pro Patria in serie C in prestito fino a fine stagione. L’anno dopo al Fidenza in serie D colleziona 21 presenze da titolare. Ancora una stagione in D con l’Olginatese poi nel campionato 2018/2019 si accasa al Fanfulla dove resta fino a Giugno 2020 mettendo in mostra le sue doti calcistiche rilevando saggezza e consolidata esperienza.

Andrea Crema, dopo la brillante stagione 2019/2020 in maglia Calvina, sarà ancora un giocatore a disposizione di mister Florindo nella nuova Desenzano Calvina.

Desenzano Calvina, Juniores affidata a Massimo Ugolini

L’allenatore desenzanese guiderà la squadra Under 19 nel Campionata Nazionale di categoria. Raduno il 17 Agosto.

Massimo Ugolini sarà l’allenatore della squadra Juniores del Desenzano Calvina.
Nato il 7 Maggio del 1972 a Desenzano, Massimo Ugolini ottiene il diploma ISEF prima di intraprendere giovanissimo la carriera di allenatore. Le sue prime esperienze nelle squadre giovanili a Desenzano e a Ghedi.
Nel 1994 su idea di Mircea Lucescu, si aggrega al gruppo Bacconi Data Bank, uno dei primi studi di match Analyst in Italia.
Accanto all’allenatore ex Brescia, Inter e nazionali della Romania e della Turchia, Ugolini acquisisce esperienza all’estero prima come preparatore atletico per il recupero degli infortunati e successivamente come match analyst. Dopo 13 anni in giro per l’Europa grazie alle collaborazioni con Zenit San Pietroburgo e Shakhtar Donetsk, rientra in Italia nel 2017 per un ingaggio come secondo allenatore al Brescia Calcio al fianco di mister Ivo Pulga nella stagione 2017/2018.
Poi un anno sabbatico prima di sugellare l’accordo con il Desenzano Calvina per allenare la squadra Juniores.
Raduno fissato per il 17 Agosto al Centro Sportivo Graziano Maraviglia di Via Durighello a Rivoltella, subito dopo il via alla preparazione al campionato Nazionale Under 19 che avrà il suo fischio d’inizio il 10 Ottobre prossimo.

Marco Ruffini, talento di famiglia al centro della difesa

Il centrale riconfermato al centro della linea difensiva del nuovo Desenzano Calvina parla di se e dei suoi trascorsi calcistici

Marco Ruffini, è assieme a Federico Sorbo, il difensore centrale del nuovo Desenzano Calvina. Nato il 23 Marzo del 1987 a Castiglione delle Stiviere, trascorre la sua infanzia a Carpenedolo dove comincia a tirare i primi calci al pallone.
Marco Ruffini inizia la carriera nella stagione 2006/2007 in C con la Cremonese senza però riuscire mai a trovare spazio in prima squadra. Il suo vero curriculum inizia nel 2007 quando con tre stagioni al Carpenedolo di serie C2, si pone all’attenzione degli addetti ai lavori grazie anche alle sue 76 presenze. Chiuso il ciclo, Ruffini si accasa a Castiglione dove con la squadra della città mantovana gioca quattro stagioni: due in serie D e due in serie C (124 presenze e 11 reti); nelle due stagioni successive gioca a Piacenza in Serie D per passare poi al Monza, sempre serie D, nel campionato 2016-2017. Poi due anni a Rezzato (ancora serie D) dove sfiora la promozione e a dicembre del 2019 approda al Franciacorta di mister Sergio Volpi. Infine il passaggio al Calvina a Gennaio 2020 e con la nuova Desenzano Calvina viene riconfermato sulla linea difensiva al fianco del capitano Federico Sorbo.

Marco Ruffini, è nato a Castiglione ma non si sente affatto mantovano vero?
“Infatti sono di Castiglione solo di nascita ma sono bresciano a tutti gli effetti. Ho passato l’infanzia a Carpenedolo e poi non mi sono mai mosso troppo lontano dalla provincia”

Cosa l’ha portata a dare i primi calci?
“Giocare a calcio è stata una scelta quasi obbligata. Mio zio è Alessandro Pialorsi, calciatore per tante stagioni al Carpenedolo, quello della serie C, ovvio che in famiglia si parlasse di calcio con molta frequenza. Anche mio fratello Luca ha intrapreso la professione, lui attualmente gioca in serie C nell’Albino Leffe, ma tra i pro ha avuto esperienze anche a Piacenza e Salò”

Quando ha capito che il calcio avrebbe potuto darle delle soddisfazioni?
“Durante le annate del settore giovanile ho avuto apprezzamenti da parte di allenatori e di addetti ai lavori di squadre importanti come Brescia e Cremonese. Lì ho capito che con un po’ di sacrificio avrei potuto fare una carriera calcistica”

Cosa crede le sia mancato per fare una carriera da professionista visto che è sempre arrivato lì vicino?
“Penso che fare un passo più lungo della gamba potrebbe portare a cose negative piuttosto che positive. Io ho sempre ponderato le mie scelte, ho comunque giocato in serie C a Carpenedolo per tre anni e a Castiglione due anni dei quattro che ho indossato quella maglia”

Nella sua carriera tutte le squadre in cui ha militato in serie D hanno avuto prospettive ambiziose. Per lei è meglio interpretare una serie D di vertice piuttosto che una C di bassa classifica?
A me piace vincere quindi ho sempre accettato di buon grado ingaggi in squadre vincenti, almeno sulla carta. Se poi queste siano in C o tra i dilettanti per me cambia poco. Non a caso mia figlia si chiama Vittoria”

Ci parli della sua famiglia.
“Mia figlia Vittoria ha tre anni, è nata quando giocavo a Monza, ma bresciana di nascita. Sono legato con Francesca la mia ragazza, conviviamo a Castel Goffredo, non molto distante dal lago, quindi quest’anno per me sarà più bello, oltre al calcio, vivere la città di Desenzano nel tempo libero”

Oltre a fare il compagno ed il papà con dedizione, a cosa si dedica nel tempo libero?
“Mi piace giocare a Paddle, proprio come Sorbo. Ci stiamo organizzando per sfidarci al più presto. Poi con il profondo legame che ho con mio fratello Luca, quando il tempo ce lo consente ci sfidiamo a qualunque cosa: partite a carte, ping pong e tutto quanto ci può mettere a confronto”

Si è aggiunto al gruppo della Calvina a Gennaio, com’era l’ambiente al suo arrivo?
Arrivavo dal Franciacorta dove avevo giocato poco per via di un infortunio al collaterale del ginocchio, proprio nella partita contro la Calvina da uno scontro di gioco con Recino. La società è stata disponibilissima a darmi tutto quanto necessario per recuperare in fretta. Inoltre ero carichissimo perché conoscevo la stima nei miei confronti da parte di mister Florindo”

Qual’è stata l’annata calcistica che ricorda con maggior piacere?
“Quella di Piacenza dove abbiamo vinto il campionato con 96 punti stabilendo anche il record della serie D”

Quale partita ricorda con maggior piacere?
Piacenza-Lecco 1-0 del 5 Dicembre 2015: gol di Ruffini al 14′ del secondo tempo”

Ci sveli le sue emozioni con un momento della sua carriera da mettere in prima pagina nell’album dei ricordi e invece e uno che vorrebbe cancellare dalla storia del calcio.
“Quando ero al Piacenza, il gol che ho fatto nella partita contro il Lecco penso che resterà tra i miei ricordi più belli.
Vorrei invece che il giorno di quella assurda partita Rezzato-Lecco
(stagione 2017/2018 – ndr) dove abbiamo perso l’occasione per andare direttamente in serie C, non fosse mai esistito. Lecco insomma per me è stato giudice nel bene e nel male”

Un vero peccato perchè fino al quel momento era stato per il Rezzato un campionato memorabile.
“Si è vero. Sarebbe potuto diventare per me una stagione da incorniciare sopratutto perchè in quel Rezzato giocava anche mio fratello Luca. Un campionato che non avremmo potuto perderlo neanche a volerlo e invece…”

Alle spalle di ogni centrale difensivo c’è sempre un portiere che guida la difesa o può diventare l’ultima chance per non subire gol. Con quale giocatore del ruolo le sarebbe piaciuto almeno una volta poter giocare?
“Onestamente questa è una domanda che nessuno mi ha fatto e di conseguenza non ci ho mai pensato. A me piace giocare su una linea difensiva con dietro un portiere che stia alto e nella storia del calcio ce ne sono stati tanti”

Claudio Monese, una vita dedicata ai talenti in erba

Già responsabile del settore giovanile della Sporting Desenzano, Monese riconfermato dal presidente Marai per il progetto Desenzano Calvina

Nella nuova Desenzano Calvina, Claudio Monese sarà il responsabile del settore giovanile.
Una vita dedicata al calcio, l’anno di inizio non se lo ricorda nemmeno lui vista la quantità di primavere passate a guardare giocare o a scoprire nuovi talenti sul territorio, ma Claudio Monese è giovane anche se l’anagrafica segna 56.
Sedici anni orsono, per imparare a fare l’allenatore trascorre un anno a Milano dividendo a metà la collaborazione con Milan e Inter dove carpisce i segreti dei due grandi club per svolgere il mestiere.
Forse la parola “mestiere” non si addice allo spirito di Claudio Monese, che non ha mai anteposto il conto in banca alla passione, ma certo è che la sua forza d’animo, la voglia di crescere, ma soprattutto la voglia di cercare nuovi talenti, lo porta a diventare un punto di riferimento per tanti club blasonati.
L’esperienza acquisita all’Inter al fianco di Roberto Samaden e Franco Pancheri e poi al Milan con Giovanni Lorini per un Camp estivo, lo pongono all’attenzione di due grandi talent scout del Chievo quali Maurizio Costanzi e Giovanni Sartori (ora all’Atalanta) che lo portano nella città scaligera per allenare le squadre Esordienti per ben sei anni. In questi anni passano dai suoi allenamenti giocatori poi diventati calciatori professionisti quali Filippo Costa, Andrea Pinamonti, Emanuel Vignato e tanti altri che oggi ricoprono ruoli importanti nel panorama calcistico. Monese diventa poi responsabile scouting della società gialloblu prima di passare a Castelnuovo del Garda dove assume l’incarico di direttore generale. Dopo sei anni, chiusosi un ciclo, passa al Rezzato per poi sposare il progetto Sporting Desenzano. Il resto è storia attuale.

Signor Monese, con la sua grande esperienza tra giovani talenti, come è approdato a Desenzano?
“Chiuso il rapporto con il Castelnuovo-Sandrà, ho ricevuto una telefonata da Alessandro Righetti che insieme a Matteo Alberti mi hanno illustrato il piano di lavoro della Sporting Desenzano che a me è piaciuto sin da subito ed ho accettato l’incarico”

A lei piace sottolineare di essere un Ariete, lo zodiaco la descrive come una persona a cui piacciono le sfide. E’ cosi?
Assolutamente si, mi piace sempre mettermi in discussione”

Crede sia possibile adottare lo “scounting” anche a Desenzano?
“Questo fa parte delle mie priorità. Però per capire il peso dei giocatori occorre allenarli e quindi penso che per portare questo progetto anche a Desenzano occorrerà un lavoro impegnativo che naturalmente sono pronto ad affrontare”

Quanto contano presente e futuro per una società nuova che punta molto sul settore giovanile?
“Che la nuova Desenzano Calvina voglia creare un settore giovanile importante, è un dato di fatto. Il presidente Roberto Marai ha investito risorse economiche importanti sui giovani e su tutto il settore, questo vuol dire che la nuova dirigenza crede molto in questo aspetto. Io da responsabile devo individuare un concetto di fiducia verso il settore e oggi giorno mi viene data conferma che le cose si stanno affrontando nel modo migliore”

Questo porterà anche ad uno staff tecnico migliorato rispetto al passato?
La scorsa stagione facevano parte dello staff 28 allenatori, quest’anno ne avremo 10 in più”

Questo perchè ci saranno più squadre?
“Abbiamo in serbo l’idea di avere per ogni categoria una doppia squadra, ma comunque lo staff di ogni gruppo, tra allenatori e preparatori sarà composta da tre-quattro tecnici che seguiranno ogni singola squadra.”

Che ruoli avranno?
“Ci sarà un allenatore, un vice, un aiutante tecnico e nelle fasce di età più alte il gruppo avrà a disposizione anche un preparatore atletico”

Non si puo dire che la società attuale non creda nel settore giovanile, non trova?
“Confermo. Sono al vaglio anche altre opportunità quali organizzazioni di tornei e tanto altro”

Oltre a lei e a Matteo Alberti, quali altre persone faranno parte della direzione del settore giovanile?
Amadeo Cataldi che sarà il nuovo responsabile tecnico, voluto fortemente da me e Matteo Alberti per creare importanti sinergie tra gli allenatori.
Daniela Cipolla sarà la responsabile dei dirigenti e Sandra Tittoni responsabile degli eventi.
Vorrei citare anche la collaborazione di Luca Sandri, è stato il Presidente del Castelnuovo durante la mia esperienza e oggi è un consigliere del settore giovanile del Desenzano Calvina”

Dove sarà la sede?
“A Rivoltella al Centro Sportivo di Via Durighello, quella sarà sede anche degli allenamenti di tutte le squadre”

Sono previste anche collaborazioni con altri settori giovanili della zona?
“Portiamo in eredità il lavoro svolto negli ultimi cinque anni dal Calvina con il settore giovanile di Calvisano e del AC Ghedi 1978. Certamente cercheremo di creare un piccolo territorio. Oltre a queste due importanti collaborazioni infatti, già da tre anni siamo in sinergia con il settore giovanile dell’Asd Oratorio Rivoltella e siamo aperti a nuove collaborazioni. Tutto il nostro lavoro sarà fatto in maniera elegante e nel rispetto delle società circoscritte”

Come farete a implementare il settore giovanile?
“Vorrei che i ragazzi si avvicinassero a noi per la serietà del nostro lavoro e per quanto di buono abbiamo fatto e stiamo facendo ancora oggi”

Quanto conta per un settore giovanile avere una prima squadra in Serie D?
“Chiaramente risulta più appetibile, pertanto il nostro lavoro sarà fatto di serietà ed umiltà ma anche con grande dedizione affinchè il prossimo anno ci possano essere ragazzi che cerchino Desenzano”

Può rivolgersi al settore giovanile chiunque?
“Noi non rifiutiamo nessuno, a tutti abbiamo sempre dato possibilità di provare e di venire a Desenzano”

Cosa deve fare una famiglia per avvicinarsi a Desenzano per far fare un provino al proprio figlio?
“Normalmente siamo contattati con la mail della società (ora è cambiata in settoregiovanile@calciodesenzano.it – ndr), attraverso il nuovo sito www.desenzanocalvina.it alla sezione contatti o attraverso i recapiti telefonici. A tal proposito è probabile che il numero di telefono venga cambiato per motivi tecnici, ma in questo caso ne daremo tempestiva comunicazione attraverso i nostri canali informativi”

Qualche menzione o ringraziamento particolare?
“Tengo a ringraziare Alessandro Righetti e la vecchia dirigenza dello Sporting per l’opportunità che mi hanno offerto ancora quando non era nei pensieri questa fusione con la Calvina. Ringrazio soprattutto Matteo Alberti che mi ha dato fiducia prima ancora che la nuova società mi desse la stima necessaria per poter costruire un programma di settore giovanile nel medio-lungo termine”.

Federico Sorbo, un capitano per Desenzano Calvina

Il difensore centrale biancoazzurro, confermato capitano, si appresta ad affrontare la sua terza stagione sulla sponda meridionale del Lago di Garda.

Federico Sorbo è pronto ad entrare nella storia come il primo capitano della nuova Desenzano Calvina.
Difensore di grande esperienza e dall’ottima struttura fisica (189 centimetri per 83 chilogrammi di peso forma), nasce a Pietrasanta (Lucca) il 29 Luglio 1991.
Dopo i primi calci nella Don Bosco Mazzola, la scuola calcio della sua cittadina, Federico Sorbo cresce calcisticamente nel settore giovanile del Camaiore Calcio dove compie tutta la trafila giovanile per esordire poi in prima squadra in serie D nella stagione 2010/2011, totalizzando subito 33 presenze. Il salto tra i professionisti è immediato, perché in estate viene ceduto all’Esperia Viareggio in serie C1, dove resta per una stagione e mezza, giocando complessivamente 19 partite e realizzando 2 reti.
A gennaio 2013 passa al Carpi (serie C1) e successivamante si trasferisce al Pavia, con cui totalizza 32 presenze (e 1 gol) in un campionato e mezzo di serie C. Nel corso del mercato invernale della stagione 2014/2015 si sposta al Prato dove gioca 15 partite prima di un nuovo trasferimento alla Paganese, con cui in metà stagione scende in campo 9 volte.
A Gennaio 2016 si trasferisce al Pontedera (11 presenze) e la successiva estate viene acquistato dal Lumezzane, diventando subito uno dei punti fermi della squadra valgobbina, viene infatti impiegato 37 volte in campionato, realizzando anche un gol.
Federico Sorbo poi sottoscrive due stagioni al Trento, ma a metà della stagione 2018/2019 torna in territorio bresciano con la maglia della Calvina in serie D dove ottiene la salvezza al primo anno e la stagione successiva con i galloni di capitano, conquista un esaltante secondo posto.

Come nasce Federico Sorbo difensore centrale?
Originariamente ero impiegato come trequartista, poi al Camaiore l’allenatore Stefano Ciucci (ex portiere di Varese, Lecce, Foggia, Messina, Ternana, Reggiana, Pisa ndr) ha capito che quel ruolo non era fatto per me e mi ha spostato al centro della difesa”

E da quel momento ha cominciato a togliersi qualche soddisfazione
“Si perchè da titolare nel Camaiore, dal campionato di Eccellenza sono passato alla Serie D dove ho fatto un ottimo sesto posto. Da lì poi ho sempre giocato in serie C: Viareggio, Carpi, Pavia, Prato, Paganese, Pontedera e Lumezzane”

Poi dopo Lumezzane?
Quello è stato l’ultimo anno di Serie C. Purtroppo quella è stata l’unica stagione in cui ho subito l’onta di una retrocessione. Sono stato a Trento due mezze stagioni (24 presenze due gol – ndr) per poi a Dicembre 2018 passare al Calvina e non mi sono più mosso

L’anno che lei ricorda con maggior soddisfazione?
A parte la stagione scorsa che con una rimonta incredibile siamo stati fermati da Covid a un passo dal record della Serie D di vittorie consecutive, ricordo con molto piacere la stagione al Carpi. Ero giovane ma ho provato l’emozione di una promozione in serie B

Dopo la prima mezza stagione al Calvina ed ottenuta la salvezza, le è stato insignito il fregio di capitano. Cosa prova un giocatore al quale viene consegnata la fascia?
E’ stata la prima volta da capitano fisso di una squadra. A Pavia l’avevo indossata un paio di volte ma solo come “riserva”. Comunque l’emozione è grande, basti pensare che: sono arrivato in una squadra ultima in classifica, ci siamo salvati, poi abbiamo fatto una stagione da incorniciare. Essere riconfermato e con i galloni di capitano per me è motivo di orgoglio. Poi a dare più valore alla cosa, sono stato capitano prima che il progetto del Presidente Marai e dei direttori Olli e Tosoni avesse il suo inizio

Quindi è come se si sentisse maglia cucita addosso?

Dove pensa possa arrivare il Desenzano Calvina con questa nuova ventata di entusiasmo?
“Il fatto che l’ossatura della squadra della scorsa stagione sia stata confermata, ci dà quel pizzico di vantaggio rispetto alle altre, ma poi abbiamo tante altre carte da giocare. Inoltre la società sta facendo bene sul mercato”

Quando le si sono chiuse le porte della Serie C, lei è sceso in categoria inferiore senza farne un dramma. Un aspetto del suo carattere?
“Credo che quando la vita ti offre delle opportunità occorre coglierle al volo. Certo che tra i “pro” mi sarebbe piaciuto restarci ancora un po’, ma la vita è questa e quindi con questo spirito continuo comunque a togliermi delle belle soddisfazioni”

Qualcuno da ringraziare per la sua carriera?
L’allenatore Stefano Ciucci, se non fosse stato lui a inventarmi difensore centrale e a farmi capire che fare il calciatore comporta ad una vita di sacrifici, probabilmente oggi sarei impegnato a fare altro”

Nel suo ruolo di difensore, ricorda qualche suo avversario che le ha creato qualche difficoltà?
A Viareggio ho giocato in squadra con Simone Zaza, durante le partitelle contrastarlo era sempre un problema. Da avversario vero invece ricordo Luigi Castaldo dell’Avellino, un giocatore davvero forte”

Fuori dal calcio, com’è Federico Sorbo?
Sono molto legato alla mia compagna Julay e insieme guardiamo anche oltre al calcio. L’anno scorso abbiamo aperto un’attività a Pietrasanta, dove ci occupiamo di turisco recittivo: residence e bed and breakfast.
Abbiamo anche una bambina, di 3 anni si chiama Isabel

Sbaglio o sento nelle sue parole un forte legame con la sua compagna?
“E’ grazie a lei è che sono diventato l’uomo che sono adesso. L’ho conosciuta a Pavia sei anni fa e da allora siamo inseparabili”

Vivrete a Desenzano?
Nel periodo estivo restiamo a Pietrasanta per l’attività di cui parlavo prima, poi con l’inizio del campionato e delle scuole ci trasferiamo a Desenzano. Mia figlia Isabel ha tutti i suoi amici lì, è bresciana perchè è nata quando giocavo a Lumezzane. Diciamo che non sono mai stato per così tanto tempo in un posto e quindi credo che il Lago di Garda stia diventando la mia seconda casa”

Nel tempo libero ha un hobby in particolare?
Mi piace tanto giocare a paddle, appena ne ho la possibilità mi ci dedico

C’è un giocatore con il quale le sarebbe piaciuto avere accanto almeno una volta in una linea difensiva?
Se posso dare sfogo alla fantasia mi piacerebbe aver potuto giocare con Walter Samuel

Quale ricordo calcistico vorrebbe non fosse mai esistito?
La partita di Teramo quando giocavo a Lumezzane e siamo retrocessi. Se si potesse lo vorrei cancellare dalla storia“.

Giorgio Recino: bomber di razza per Desenzano Calvina

L’attaccante riconfermato alla corte di mister Florindo, ripercorre la sua carriera e si prepara ad affrontare una nuova stagione in biancoazzurro

Esattamente un anno fa, Luglio 2019, la Calvina sposta Serafini da punta centrale ad allenatore. La ricerca accurata e parsimoniosa da parte del Ds Eugenio Olli per una nuovo nome nel ruolo lasciato vacante, cade su una pedina importante e ben colladuata per il campionato di Serie D: Giorgio Recino.
Rinnovatogli il contratto prima della partenza per le vacanze, la punta vestirà la maglia del nuovo Desenzano Calvina per la stagione 2020/2021.
Milanese di nascita, classe 1986, Recino, dopo i primi vagiti calcistici nella scuola calcio del suo paese, viene notato dal compianto Roberto Clerici che lo porta prima alla Voluntas e poco dopo lo fa crescere nel vivaio del Brescia Calcio.
Chiusa la parentesi del calcio giovanile e di fronte a scelte importanti imposte dall’età, Giorgio Recino pensa da adulto anzichè da ragazzino che sogna palcoscenici di rilievo e apre un bar a Cologno Monzese.

Non ho mai pensato di giocare a calcio ad alti livelli – rivela Giorgio Recino oggi in vacanza a San Benedetto del Tronto – mi sono avvicinato a questo sport senza un motivo preciso. Confesso che all’inizio ho sempre giocato da difensore, poi quando ho intrapreso la carriera agonistica sono stato via via spostato in avanti fino a ricoprire il ruolo di punta centrale

Quale allenatore ha visto lungo facendole indossare la maglia numero 9?
Si sono accorti di questo mio talento alle giovanili del Brescia Calcio. Ricordo che Roberto Clerici disse che non mi poteva vedere in altri ruoli se non in quello di punta centrale”

Da cosa nasce la scelta di aprire un bar proprio mentre si sarebbe potuta spalancare per lei la porta di una bella carriera?
“E successo tutto dopo aver lasciato Brescia. Ho pensato che trovando un lavoro vero, avrei potuto comunque giocare tra i dilettanti e appena ho avuto l’occasione di un investimento ho colto la palla al balzo”

Tra i dilettanti, nella sua zona ha lasciato un bel segno, soprattutto nel Giana Erminio con la quale grazie ai suoi gol la squadra è passata dalla Promozione alla Serie C in tre anni.
“Già in Promozione avevo capito come si muoveva l’ambiente e ho potuto organizzarmi al meglio anche con il bar. Da lì sono riuscito a applicarmi ad entrambi i ruoli di barman e calciatore. Poi arrivato in serie C ho capito che avrei potuto dedicarmi un po’ di più al calcio che comunque resta sempre il mio primo amore”

Un anno solo tra i professionisti. L’anno della Serie C con 24 presenze e 3 gol ha dimostrato che la categoria poteva essere la sua. Perchè solo un anno?
“Pensavo di aver fatto bene, delle 24 partite che ho giocato nella mia unica stagione tra i professionisti con la maglia del Giana Erminio, 15 sono partito da titolare e pensavo che questo bastasse per una seconda stagione in serie C visto che ci eravamo salvati. A Dicembre durante il mercato invernale avevo anche rifiutato alcune offerte interessanti perchè ero convinto della riconferma”

Invece cosa è sucesso?
Niente in particolare, non rientravo più nei programmi. Con due punte di valore come Bruno e Gasbarroni, secondo il mister Cesare Albè io non avrei trovato molto spazio e quindi ci siamo lasciati con rispetto reciproco

Quindi di nuovo nei dilettanti nel MapelloBonate. Una sua scelta quella di tornare in D?
Ho preso in considerazione ciò che mi è stato offerto e quella mi è sembrata la soluzione migliore

Da quel momento poi è diventato un punto di riferimento della serie D. MapelloBonate, Olginatese, due stagioni a Ponte San Pietro fino alla Calvina. Qui però l’avvio non è stato troppo scoppiettante. Come mai?
Purtroppo non è stato il miglior momento della mia carriera. Parlandone ancora oggi non mi spiego un avvio così disastroso. Avevamo tutto quanto possibile per fare bene sia dal punto di vista tecnico che societario. Di conseguenza anche io mi sono sentito con il morale sotto i tacchi. Poi è risaputo che in quelle occasioni quando non c’è nulla che va per il verso giusto, anche io non ingranavo la marcia giusta. Poi per fortuna qualche cambiamento e quel pizzico di buona sorte in più ha messo in evidenza tutto il nostro vero valore”

Crede in un campionato di vertice per questo Desenzano Calvina?
“Penso che il presidente Roberto Marai stia formando una squadra con l’intento di un campionato scoppiettante. Occorre però rimanere con i piedi per terra, l’avvio della scorsa stagione insegna”

Cosa ne pensa della città di Desenzano?
L’anno scorso l’ho vissuta solo alla domenica e quindi non posso esprimermi sulla città. Sicuramente è un posto ed una piazza turistica importante e quest’anno essendo anche sede degli allenamenti magari potrò viverla di più ed esprimere un giudizio”

Dopo il calcio a cosa si dedica?
“Faccio il marito ed il papà. Sono sposato con Valeria e da un anno è arrivato anche Riccardo, il nostro primogenito”

La famiglia la segue durante le sue trasferte?
“Viviamo in provincia di Monza ma appena possibile Valeria mi segue. Vedere la propria donna sugli spalti è sempre bello, è una forma diversa per stare comunque insieme”

Hobby?
“Avendo avuto sempre un doppio ruolo tra bar e calcio, non ho mai avuto tempo e necessità di coltivarne”

In un attacco di fantasia senza concetto di tempo e tipo di campionato. Da chi lei, come punta centrale le sarebbe piaciuto, almeno una volta, ricevere un cross?
Una domanda che non mi aspettavo, di solito mi hanno chiesto a chi mi ispirassi ed ero già pronto a dire Zlatan Ibrahimović, ma cosi rimango spiazzato” – Giorgio Recino ci pensa un po’ e poi sfodera tutta la sua fede milanista – “Credo che almeno una volta nella vita mi sarebbe piaciuto girare in rete un cross di David Beckham”.