Alessandro Cazzamalli, 41 anni e non sentirli

Con lo spirito di un ragazzino il centrocampista cremasco confermato nel nuovo Desenzano Calvina: “Ho ancora voglia di vincere”

Correre e lottare è il suo stile, con la maglia del Desenzano Calvina Alessandro Cazzamalli giocherà ancora una stagione, la pensione può aspettare.
Quella di Alessandro Cazzamalli è una carriera ricca di maglie e di soddisfazioni nel limbo tra la serie C e la serie D.
Siamo ancora nel ventesimo secolo quando Cazzamalli veste la sua prima maglia da calciatore e lo fa subito nei professionisti a con la maglia della squadra della sua città in occasione di Triestina – Pergocrema.
Un anno in Eccellenza per farsi le ossa con il Caravaggio, poi Cazzamalli inizia una carriera inarrestabile ed invidiabile: dal 1999 al 2001 alla Calcense poi si specializza in promozioni. Veste infatti le maglie del Pergocrema e sale dall’Eccellenza alla Serie D, stessa cosa nel biennio successivo con la maglia del Salò. Poi un anno di serie D con il Palazzolo e due in serie C2 con il Carpenedolo. E siamo solo all’inizio. A 28 anni infatti arriva la chiamata dalla Spal dove per due stagioni gioca in serie C1 (45 presenze e 3 gol) per poi tornare in C2 per tre campionati con le maglie di San Marino, Rodengo e Savona. Quest’ultima a Gennaio del 2012 lo dirotta ancora al Pergocrema per una nuova serie C1 all’età di 33 anni.
Dal 2012 al 2014 si accasa alla Pro Piacenza in D, poi Castiglione e due stagioni sull’altro campanile di Piacenza dove ottiene al primo anno la promozione dalla serie D alla serie C grazie anche ai suoi 8 gol in 32 partite. Cazzamalli torna quindi tra i pro all’età di 37 anni, ma con ancora tanto da dire, lo testimoniano le sue 33 presenze e 2 gol. Ancora due campionati importanti in serie D con Rezzato e Pergolettese prima di approdare nella stagione 2019/2020 alla Calvina.

Signor Cazzamalli, quest’anno compie 41 anni ed è ancora pedina fondamentale del centrocampo, ha scoperto l’elisir di lunga vita?
(Cazzamalli ride e poi ci scherza su – ndr)
“Si l’ho trovato ma non voglio svelare il segreto o magari sarà per il fatto che ogni tanto una bella birretta fresca non me la nego”

In un rapporto con i ragazzi giovani, quelli delle cosidette quote, lei come si considera? Si sente più un padre o un fratello maggiore?
“Quest’anno giocheremo con un 2002 sempre in campo, è una bella differenza di età effettivamente, però devo anche dire che ho aspettato un po’ prima di mettere su famiglia, quindi con la testa mi sento ancora più vicino a loro. E’ già capitato che al raduno un compagno di squadra giovane avesse provato a darmi del lei, l’ho subito messo in riga”

Le capita sempre più spesso di essere guidato dalla panchina da allenatori più giovani. Cosa cambia in questo caso in un approccio con un trainer?
Ti senti più tranquillo e affronti la stagione con un metodo diverso. Capita spesso che con loro mi confronti spesso per esperienza acquisita”

Anche Mister Florindo è più giovane di lei, come è andata nel rapporto con lui durante lo scorso campionato?
“L’approccio rispetto alla norma è stato diverso. Con lui mi sono confrontato molto e ci siamo dati una mano a vicenda. E’ una cosa particolare che sto vivendo bene”

Forse potrebbe essere un peso più per l’allenatore, non trova?
Probabile. Oltre al rispetto, devo dire che tutti gli allenatori che ho avuto, mi hanno trattato esattamente come gli altri compagni”

Che consigli porta ai ragazzi?
“Bene o male i consigli da portare ai più giovani di anno in anno sono sempre gli stessi. Quello che riscontro maggiormente è che per la legge dell’obbligatorietà di far scendere in campo un certo numero di giocatori con gli anni già stabiliti, da una parte è un bene, dall’altra rischiano di diventare vecchi troppo presto e spesso il calcio non ti aspetta. Il consiglio che posso dare è quello di fruttare al massimo tutte le occasioni, di portare tanta pazienza e di non esaltarsi troppo per le piccole cose”

Ci sono giocatori giovani che per via delle quote annoverano 30-35 presenze in stagione e credono di essere già arrivati. Cosa che non è così. Che monito vuole dare a questi ragazzi?
Di fare sempre un’attenta valutazione su se stessi prima che sulle statistiche. Salvaguardarsi continuando a lavorare e rimanere umili è il mix migliore.”

Molti alla sua età sono allenatori da un pezzo. Non ha mai pensato ad un dopo calcio?
“Si ci penso spesso, ormai ad ogni fine stagione. Però dopo, mi esamino, mi sento ancora bene e quindi sposto lo striscione del traguardo di anno in anno sempre più avanti. Credo che mi piacerebbe restare nel mondo del calcio, ho già conseguito il patentino per poter allenare fino alla serie D, però sono cose che non si possono programmare”

Nella sua lunga carriera ha visto il calcio cambiare di anno in anno. Oggi rispetto ai primi anni di carriera, pensa che sia solo calcolo e studio o c’è ancora una forma di spontaneità nel giocarci?
“Una differenza abissale. Io sono arrivato al calcio attraverso l’oratorio quando era tutto gratuito. A quei tempi ti venivano a suonare il campanello di casa per chiederti se per favore potevi andare a giocare in una squadra. Oggi è un business, sin dai primi calci ad un pallone devi pagare, questo da diritto anche ad alcuni genitori di creare alcuni disequilibri.

Oggi ci sono troppi adulti che vedono nel proprio figlio un futuro campione. Pensa che sia un male per i ragazzi?
Penso che da quel punto di vista il calcio sia peggiorato tantissimo, la colpa è degli adulti, sono genitore anche io e mi faccio un monito.”

Anche lei è genitore. Pensa di indirizzare i figli verso un’attività sportiva?
“Credo di si ma se a livello competitivo o no è ancora troppo presto per dirlo. Linda ha sei anni tra poco e Stella ne ha compiuti due sabato scorso. Eppoi sono due femmine, forse con il calcio non ci proveranno

E’ sposato?
“Convivo insieme alla mia compagna Francesca a Crema, lì ci sono le mie radici”

Quale episodio di questa lunga carriera resterà indelebile nella sua memoria?
Ne ho vissuti tanti negativi e tanti positivi, sintetizzare tutto in un solo momento faccio un po’ fatica. Però quella mia prima partita a Trieste in uno stadio così importante, anche se solo per un quarto d’ora, penso sia stata una tappa importante. Mi ritornano in mente le difficoltà dei primi anni per poi iniziare una risalita fino ad arrivare in C1 andando tanto vicino ad una serie B

Tanti gol in carriera, ne ricorda uno in particolare?
“Un gol stupendo fatto a Verona con la maglia della Spal. Martucci mi servì palla e io senza pensarci due volte sparai una bordata che si infilò nel sette alla sinistra di Rafael. I giornalisti lo definirono uno splendido Eurogol”

Lei ne ha proprio tante da raccontare. E un episodio curioso?
“Quando giocavo con la Pro Piacenza, avevo preso un colpo vicino l’occhio, niente di grave, ma in prossimità della partita il medico mi ha obbligato ad usare degli occhialini protettivi. Impreparato per l’esigenza, al momento dell’appello non ho potuto fare altro che presentarmi dall’arbitro con degli occhialini imbarazzanti, sembravo uscito da una piscina. Credo che Stefano Franchi, anche all’epoca mio compagno di squadra, se lo ricordi ancora, mi ha preso in giro per tanto tempo”

Dove potrà arrivare questo Desenzano Calvina?
“Come società è destinata a fare bene, non so dire quando e come, ma vedo che sta mettendo delle basi importanti con continuità, mi sembra abbia le carte in regola per ripercorrere il cammino della Feralpi Salò. Ci sono elementi giusti, un presidente all’altezza e hanno bene in mente quale sia l’obiettivo”

C’è qualche rimpianto in tutti questi anni di calcio?
Rimpianti e opportunità sfumate fanno parte del calcio a livello quasi quotidiano. Per molto tempo ho rimpianto non aver avuto un livello di preparazione agonistica elevato durante il mio periodo delle giovanili. Poi il passaggio sfumato al Lumezzane, era praticamente già fatto, ma fu l’anno del famoso spareggio playoff contro il Cesena che coincise con l’abbandono di quella dirigenza

Con chi le sarebbe piaciuto avere avuto come compagno di squadra almeno una volta?
“Penso che aver avuto la possibilità di giocare con Diego Armando Maradona, sia stato nel tempo un sogno per molti, una persona nata per giocare a calcio. Avrei voluto far parte di quel Napoli solo per poterlo conoscere meglio sia come giocatore che come personaggio”.

Andrea Franzoni, un nuovo trequartista per il Desenzano Calvina

La società del presidente Marai comunica di aver concluso l’accordo per il diritto alle prestazioni sportive del calciatore ex Ciliverghe.

Andrea Franzoni entra nella rosa del Desenzano Calvina per la prossima stagione di Serie D.
Centrocampista classe 1997, è infatti nato a Brescia il 24 Marzo 1997, Andrea Franzoni dopo i primi calci e il settore giovanile nella Pavoniana e successivamente al Brescia Calcio e alla Feralpi Salò, nel 2018 si accasa alla Romanese in Serie D.
Nella stagione 2018/2019 entra a far parte dela rosa della Calvina in occasione della sua prima storica Serie D collezionando 34 presenze mettendo a segno 6 gol, poi a Ciliverghe nel campionato successivo timbra 24 presenze e 7 gol.

Andrea Franzoni da oggi è alla corte di mister Florindo per il Desenzano Calvina 2020/2021.

Riccardo Palmieri si accasa al Desenzano Calvina, confermato Andrea Crema

Due centrocampisti per mister Florindo, una gradita riconferma e un esperto del centrocampo scuola Inter ex Fanfulla

Calcio Desenzano Calvina comunica ufficialmente di aver acquisito il diritto alle prestazioni sportive per la stagione 2020-2021 del nuovo giocatore Riccardo Palmieri (centrocampista dal Fanfulla, classe 1995) e la riconferma di Andrea Crema (centrocampista classe 1999)

Riccardo Palmieri nasce a Lodi il 26 Settembre del 1995.
Inizia la carriera nelle giovanili del Piacenza per poi trasferirsi all’Inter.
Da giocatore invece a Modena nella stagione 2013/2014 con la squadra Primavera, poi il team nerazzurro, che ne deteneva la proprietà del cartellino, lo dirotta alla Pro Patria in serie C in prestito fino a fine stagione. L’anno dopo al Fidenza in serie D colleziona 21 presenze da titolare. Ancora una stagione in D con l’Olginatese poi nel campionato 2018/2019 si accasa al Fanfulla dove resta fino a Giugno 2020 mettendo in mostra le sue doti calcistiche rilevando saggezza e consolidata esperienza.

Andrea Crema, dopo la brillante stagione 2019/2020 in maglia Calvina, sarà ancora un giocatore a disposizione di mister Florindo nella nuova Desenzano Calvina.

Desenzano Calvina, Juniores affidata a Massimo Ugolini

L’allenatore desenzanese guiderà la squadra Under 19 nel Campionata Nazionale di categoria. Raduno il 17 Agosto.

Massimo Ugolini sarà l’allenatore della squadra Juniores del Desenzano Calvina.
Nato il 7 Maggio del 1972 a Desenzano, Massimo Ugolini ottiene il diploma ISEF prima di intraprendere giovanissimo la carriera di allenatore. Le sue prime esperienze nelle squadre giovanili a Desenzano e a Ghedi.
Nel 1994 su idea di Mircea Lucescu, si aggrega al gruppo Bacconi Data Bank, uno dei primi studi di match Analyst in Italia.
Accanto all’allenatore ex Brescia, Inter e nazionali della Romania e della Turchia, Ugolini acquisisce esperienza all’estero prima come preparatore atletico per il recupero degli infortunati e successivamente come match analyst. Dopo 13 anni in giro per l’Europa grazie alle collaborazioni con Zenit San Pietroburgo e Shakhtar Donetsk, rientra in Italia nel 2017 per un ingaggio come secondo allenatore al Brescia Calcio al fianco di mister Ivo Pulga nella stagione 2017/2018.
Poi un anno sabbatico prima di sugellare l’accordo con il Desenzano Calvina per allenare la squadra Juniores.
Raduno fissato per il 17 Agosto al Centro Sportivo Graziano Maraviglia di Via Durighello a Rivoltella, subito dopo il via alla preparazione al campionato Nazionale Under 19 che avrà il suo fischio d’inizio il 10 Ottobre prossimo.

Marco Ruffini, talento di famiglia al centro della difesa

Il centrale riconfermato al centro della linea difensiva del nuovo Desenzano Calvina parla di se e dei suoi trascorsi calcistici

Marco Ruffini, è assieme a Federico Sorbo, il difensore centrale del nuovo Desenzano Calvina. Nato il 23 Marzo del 1987 a Castiglione delle Stiviere, trascorre la sua infanzia a Carpenedolo dove comincia a tirare i primi calci al pallone.
Marco Ruffini inizia la carriera nella stagione 2006/2007 in C con la Cremonese senza però riuscire mai a trovare spazio in prima squadra. Il suo vero curriculum inizia nel 2007 quando con tre stagioni al Carpenedolo di serie C2, si pone all’attenzione degli addetti ai lavori grazie anche alle sue 76 presenze. Chiuso il ciclo, Ruffini si accasa a Castiglione dove con la squadra della città mantovana gioca quattro stagioni: due in serie D e due in serie C (124 presenze e 11 reti); nelle due stagioni successive gioca a Piacenza in Serie D per passare poi al Monza, sempre serie D, nel campionato 2016-2017. Poi due anni a Rezzato (ancora serie D) dove sfiora la promozione e a dicembre del 2019 approda al Franciacorta di mister Sergio Volpi. Infine il passaggio al Calvina a Gennaio 2020 e con la nuova Desenzano Calvina viene riconfermato sulla linea difensiva al fianco del capitano Federico Sorbo.

Marco Ruffini, è nato a Castiglione ma non si sente affatto mantovano vero?
“Infatti sono di Castiglione solo di nascita ma sono bresciano a tutti gli effetti. Ho passato l’infanzia a Carpenedolo e poi non mi sono mai mosso troppo lontano dalla provincia”

Cosa l’ha portata a dare i primi calci?
“Giocare a calcio è stata una scelta quasi obbligata. Mio zio è Alessandro Pialorsi, calciatore per tante stagioni al Carpenedolo, quello della serie C, ovvio che in famiglia si parlasse di calcio con molta frequenza. Anche mio fratello Luca ha intrapreso la professione, lui attualmente gioca in serie C nell’Albino Leffe, ma tra i pro ha avuto esperienze anche a Piacenza e Salò”

Quando ha capito che il calcio avrebbe potuto darle delle soddisfazioni?
“Durante le annate del settore giovanile ho avuto apprezzamenti da parte di allenatori e di addetti ai lavori di squadre importanti come Brescia e Cremonese. Lì ho capito che con un po’ di sacrificio avrei potuto fare una carriera calcistica”

Cosa crede le sia mancato per fare una carriera da professionista visto che è sempre arrivato lì vicino?
“Penso che fare un passo più lungo della gamba potrebbe portare a cose negative piuttosto che positive. Io ho sempre ponderato le mie scelte, ho comunque giocato in serie C a Carpenedolo per tre anni e a Castiglione due anni dei quattro che ho indossato quella maglia”

Nella sua carriera tutte le squadre in cui ha militato in serie D hanno avuto prospettive ambiziose. Per lei è meglio interpretare una serie D di vertice piuttosto che una C di bassa classifica?
A me piace vincere quindi ho sempre accettato di buon grado ingaggi in squadre vincenti, almeno sulla carta. Se poi queste siano in C o tra i dilettanti per me cambia poco. Non a caso mia figlia si chiama Vittoria”

Ci parli della sua famiglia.
“Mia figlia Vittoria ha tre anni, è nata quando giocavo a Monza, ma bresciana di nascita. Sono legato con Francesca la mia ragazza, conviviamo a Castel Goffredo, non molto distante dal lago, quindi quest’anno per me sarà più bello, oltre al calcio, vivere la città di Desenzano nel tempo libero”

Oltre a fare il compagno ed il papà con dedizione, a cosa si dedica nel tempo libero?
“Mi piace giocare a Paddle, proprio come Sorbo. Ci stiamo organizzando per sfidarci al più presto. Poi con il profondo legame che ho con mio fratello Luca, quando il tempo ce lo consente ci sfidiamo a qualunque cosa: partite a carte, ping pong e tutto quanto ci può mettere a confronto”

Si è aggiunto al gruppo della Calvina a Gennaio, com’era l’ambiente al suo arrivo?
Arrivavo dal Franciacorta dove avevo giocato poco per via di un infortunio al collaterale del ginocchio, proprio nella partita contro la Calvina da uno scontro di gioco con Recino. La società è stata disponibilissima a darmi tutto quanto necessario per recuperare in fretta. Inoltre ero carichissimo perché conoscevo la stima nei miei confronti da parte di mister Florindo”

Qual’è stata l’annata calcistica che ricorda con maggior piacere?
“Quella di Piacenza dove abbiamo vinto il campionato con 96 punti stabilendo anche il record della serie D”

Quale partita ricorda con maggior piacere?
Piacenza-Lecco 1-0 del 5 Dicembre 2015: gol di Ruffini al 14′ del secondo tempo”

Ci sveli le sue emozioni con un momento della sua carriera da mettere in prima pagina nell’album dei ricordi e invece e uno che vorrebbe cancellare dalla storia del calcio.
“Quando ero al Piacenza, il gol che ho fatto nella partita contro il Lecco penso che resterà tra i miei ricordi più belli.
Vorrei invece che il giorno di quella assurda partita Rezzato-Lecco
(stagione 2017/2018 – ndr) dove abbiamo perso l’occasione per andare direttamente in serie C, non fosse mai esistito. Lecco insomma per me è stato giudice nel bene e nel male”

Un vero peccato perchè fino al quel momento era stato per il Rezzato un campionato memorabile.
“Si è vero. Sarebbe potuto diventare per me una stagione da incorniciare sopratutto perchè in quel Rezzato giocava anche mio fratello Luca. Un campionato che non avremmo potuto perderlo neanche a volerlo e invece…”

Alle spalle di ogni centrale difensivo c’è sempre un portiere che guida la difesa o può diventare l’ultima chance per non subire gol. Con quale giocatore del ruolo le sarebbe piaciuto almeno una volta poter giocare?
“Onestamente questa è una domanda che nessuno mi ha fatto e di conseguenza non ci ho mai pensato. A me piace giocare su una linea difensiva con dietro un portiere che stia alto e nella storia del calcio ce ne sono stati tanti”

Claudio Monese, una vita dedicata ai talenti in erba

Già responsabile del settore giovanile della Sporting Desenzano, Monese riconfermato dal presidente Marai per il progetto Desenzano Calvina

Nella nuova Desenzano Calvina, Claudio Monese sarà il responsabile del settore giovanile.
Una vita dedicata al calcio, l’anno di inizio non se lo ricorda nemmeno lui vista la quantità di primavere passate a guardare giocare o a scoprire nuovi talenti sul territorio, ma Claudio Monese è giovane anche se l’anagrafica segna 56.
Sedici anni orsono, per imparare a fare l’allenatore trascorre un anno a Milano dividendo a metà la collaborazione con Milan e Inter dove carpisce i segreti dei due grandi club per svolgere il mestiere.
Forse la parola “mestiere” non si addice allo spirito di Claudio Monese, che non ha mai anteposto il conto in banca alla passione, ma certo è che la sua forza d’animo, la voglia di crescere, ma soprattutto la voglia di cercare nuovi talenti, lo porta a diventare un punto di riferimento per tanti club blasonati.
L’esperienza acquisita all’Inter al fianco di Roberto Samaden e Franco Pancheri e poi al Milan con Giovanni Lorini per un Camp estivo, lo pongono all’attenzione di due grandi talent scout del Chievo quali Maurizio Costanzi e Giovanni Sartori (ora all’Atalanta) che lo portano nella città scaligera per allenare le squadre Esordienti per ben sei anni. In questi anni passano dai suoi allenamenti giocatori poi diventati calciatori professionisti quali Filippo Costa, Andrea Pinamonti, Emanuel Vignato e tanti altri che oggi ricoprono ruoli importanti nel panorama calcistico. Monese diventa poi responsabile scouting della società gialloblu prima di passare a Castelnuovo del Garda dove assume l’incarico di direttore generale. Dopo sei anni, chiusosi un ciclo, passa al Rezzato per poi sposare il progetto Sporting Desenzano. Il resto è storia attuale.

Signor Monese, con la sua grande esperienza tra giovani talenti, come è approdato a Desenzano?
“Chiuso il rapporto con il Castelnuovo-Sandrà, ho ricevuto una telefonata da Alessandro Righetti che insieme a Matteo Alberti mi hanno illustrato il piano di lavoro della Sporting Desenzano che a me è piaciuto sin da subito ed ho accettato l’incarico”

A lei piace sottolineare di essere un Ariete, lo zodiaco la descrive come una persona a cui piacciono le sfide. E’ cosi?
Assolutamente si, mi piace sempre mettermi in discussione”

Crede sia possibile adottare lo “scounting” anche a Desenzano?
“Questo fa parte delle mie priorità. Però per capire il peso dei giocatori occorre allenarli e quindi penso che per portare questo progetto anche a Desenzano occorrerà un lavoro impegnativo che naturalmente sono pronto ad affrontare”

Quanto contano presente e futuro per una società nuova che punta molto sul settore giovanile?
“Che la nuova Desenzano Calvina voglia creare un settore giovanile importante, è un dato di fatto. Il presidente Roberto Marai ha investito risorse economiche importanti sui giovani e su tutto il settore, questo vuol dire che la nuova dirigenza crede molto in questo aspetto. Io da responsabile devo individuare un concetto di fiducia verso il settore e oggi giorno mi viene data conferma che le cose si stanno affrontando nel modo migliore”

Questo porterà anche ad uno staff tecnico migliorato rispetto al passato?
La scorsa stagione facevano parte dello staff 28 allenatori, quest’anno ne avremo 10 in più”

Questo perchè ci saranno più squadre?
“Abbiamo in serbo l’idea di avere per ogni categoria una doppia squadra, ma comunque lo staff di ogni gruppo, tra allenatori e preparatori sarà composta da tre-quattro tecnici che seguiranno ogni singola squadra.”

Che ruoli avranno?
“Ci sarà un allenatore, un vice, un aiutante tecnico e nelle fasce di età più alte il gruppo avrà a disposizione anche un preparatore atletico”

Non si puo dire che la società attuale non creda nel settore giovanile, non trova?
“Confermo. Sono al vaglio anche altre opportunità quali organizzazioni di tornei e tanto altro”

Oltre a lei e a Matteo Alberti, quali altre persone faranno parte della direzione del settore giovanile?
Amadeo Cataldi che sarà il nuovo responsabile tecnico, voluto fortemente da me e Matteo Alberti per creare importanti sinergie tra gli allenatori.
Daniela Cipolla sarà la responsabile dei dirigenti e Sandra Tittoni responsabile degli eventi.
Vorrei citare anche la collaborazione di Luca Sandri, è stato il Presidente del Castelnuovo durante la mia esperienza e oggi è un consigliere del settore giovanile del Desenzano Calvina”

Dove sarà la sede?
“A Rivoltella al Centro Sportivo di Via Durighello, quella sarà sede anche degli allenamenti di tutte le squadre”

Sono previste anche collaborazioni con altri settori giovanili della zona?
“Portiamo in eredità il lavoro svolto negli ultimi cinque anni dal Calvina con il settore giovanile di Calvisano e del AC Ghedi 1978. Certamente cercheremo di creare un piccolo territorio. Oltre a queste due importanti collaborazioni infatti, già da tre anni siamo in sinergia con il settore giovanile dell’Asd Oratorio Rivoltella e siamo aperti a nuove collaborazioni. Tutto il nostro lavoro sarà fatto in maniera elegante e nel rispetto delle società circoscritte”

Come farete a implementare il settore giovanile?
“Vorrei che i ragazzi si avvicinassero a noi per la serietà del nostro lavoro e per quanto di buono abbiamo fatto e stiamo facendo ancora oggi”

Quanto conta per un settore giovanile avere una prima squadra in Serie D?
“Chiaramente risulta più appetibile, pertanto il nostro lavoro sarà fatto di serietà ed umiltà ma anche con grande dedizione affinchè il prossimo anno ci possano essere ragazzi che cerchino Desenzano”

Può rivolgersi al settore giovanile chiunque?
“Noi non rifiutiamo nessuno, a tutti abbiamo sempre dato possibilità di provare e di venire a Desenzano”

Cosa deve fare una famiglia per avvicinarsi a Desenzano per far fare un provino al proprio figlio?
“Normalmente siamo contattati con la mail della società (ora è cambiata in settoregiovanile@calciodesenzano.it – ndr), attraverso il nuovo sito www.desenzanocalvina.it alla sezione contatti o attraverso i recapiti telefonici. A tal proposito è probabile che il numero di telefono venga cambiato per motivi tecnici, ma in questo caso ne daremo tempestiva comunicazione attraverso i nostri canali informativi”

Qualche menzione o ringraziamento particolare?
“Tengo a ringraziare Alessandro Righetti e la vecchia dirigenza dello Sporting per l’opportunità che mi hanno offerto ancora quando non era nei pensieri questa fusione con la Calvina. Ringrazio soprattutto Matteo Alberti che mi ha dato fiducia prima ancora che la nuova società mi desse la stima necessaria per poter costruire un programma di settore giovanile nel medio-lungo termine”.