Il centrocampista lodigiano in forza alla squadra del Presidente Marai da questa estate, non è più un giocatore biancoazzurro
Il Calcio Desenzano Calvina comunica ufficialmente di aver concluso il rapporto di collaborazione con il calciatore Riccardo Palmieri.
La società ringrazia il giocatore per il grande impegno profuso nel periodo trascorso a Desenzano e gli augura le migliori fortune per il prosieguo della sua carriera.
La gara di domenica 1 Novembre che vedrà impegnati Sorbo e compagni a Lodi, entra nel palinsesto dell’emittente nazionale che la trasmetterà in chiaro sul canale 60 DGT
l Desenzano Calvina entra in canali televisivi di diffusione nazionale, la gara di Lodi contro il Fanfulla di domenica 1 Novembre e valida per la 5^ giornata del campionato di Serie D, sarà visibile in diretta e in chiaro sul Digitale Terrestre sul Canale 60 di SportItalia
La gara sarà visibile anche sul telefonino o sul proprio PC scaricando la app di Sportitalia.
La gara era originariamente prevista in trasmissione diretta solo sul Canale YouTube “Desenzano Calvina”, poi la richiesta di SportItalia, che ci rende onore, ha fatto si che la nostra prima diretta autoprodotta slittasse a domenica prossima
Dunque tutti sintonizzati domenica 1 Novembre dalle 14:15 sul Canale 60 DGT per Fanfulla – Desenzano Calvina, ma vi aspettiamo “in rete” domenica 8 e mercoledì 11 sul nostro canale YouTube quando da Desenzano andranno in onda le due partite di campionato contro Giussano e Sona.
I loro colori sono il bianco e il nero, nel loro stemma campeggia un guerriero, il Fanfulla è avversario vero
Il Fanfulla di Mister Andrea Ciceri è squadra ostica, ancora imbattuta allo storico stadio “Dossenina”, l’impianto inaugurato nel 1920 che prende il nome dall’omonima cascina che sorgeva nelle vicinanze.
CAMPIONATO Il Fanfulla, fino ad oggi, ha disputato tutte e cinque le partite in programma con un bilancio di 2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, l’ultima delle quali nello scorso turno contro il Calcio Brusaporto per due reti a zero. La formazione bianconera, ancora imbattuta tra le mura amiche, ha messo a segno sei gol con sei marcatori diversi, segno della pericolosità sotto porta dei bianconeri, incassandone quattro. A livello statistico, si possono annotare anche tredici ammonizioni e una espulsione.
STORIA Il Fanfulla fonda le sue radici in tempi lontani, infatti bisogna tornare indietro fino al 28 giugno del 1908, quando i bianconeri disputarono un torneo denominato “Coppa Pro Lodi” tra il Milan (vincitore della coppa), la Trevigliese, l’Ausonia e la Libertas. Da quel momento inizia la lunga storia del Fanfulla, che ha portato a vivere il momento più alto tra il 1938 e il 1954, periodo nel quale vinse due volte la Serie C, ottenendo la promozione e andando così a disputare ben 13 stagioni nella serie cadetta, ottenendo nel 1951 il miglior piazzamento di sempre col sesto posto finale, dopodiché cominciò il declino e la discesa nei Dilettanti. Tra fallimenti e difficoltà varie, giungiamo al 2018, quando la società riassume la storica denominazione “Associazione Sportiva Dilettantistica Fanfulla”, riadottando lo stemma col guerriero precedentemente dismesso e dando il via ad annate che tifosi e società sperano possano essere prospere di buoni risultati e, chissà mai, anche di un ritorno in quella serie cadetta troppo a lungo abbandonata.
EX GIOCATORI Sono tantissimi i giocatori che hanno militato nel Fanfulla, a partire dal 1908 fino ai giorni nostri. Merita una citazione Andrea Dossena, difensore con un passato nell’Udinese, nel Liverpool, nel Napoli e nel Palermo oltre che in Nazionale. Come non menzionare poi Gianpiero Marini, partito proprio dal Fanfulla per approdare al Varese e all’Inter così come Riccardo Maspero, che ha fatto le fortune della Cremonese e Alessandro Matri, l’attaccante che ha giocato nel Milan, nel Cagliari, nella Juventus e con la maglia azzurra. A questi si aggiungono giocatori passati dal Fanfulla che sono poi divenuti allenatori di spessore quali Rino Marchesi (ex Napoli, Inter, Como e Juventus), Giuseppe Sannino che ha fatto tornare grande il Varese, ottenendo anche ottimi risultati al Siena per poi continuare con alterne fortune la carriera tra Palermo, Chievo Verona, Watford e infine Corrado Verdelli, che è rimasto alcuni anni ad allenare i colori nerazzurri dell’Inter.
ROSA L’età media della squadra è pari a 25 anni e 5 mesi Portieri: Carriello Federico (2001) – Cizza Edoardo (1997) Difensori: Aprile Giancarlo (1999) – Baggi Alessandro (1999) – Baggini Riccardo (2002) – Bernardini Davide (2002) – Bernardini Stefano (2002) – Fabiani Giacomo (1997) – Negri Christian (2000) – Pascali Manuel (1981) – Spaneshi Rikardo (2001) – Serbouti Anaas (2000) – Toure Yeko (2002) Centrocampisti: Bertelli Andrea (2000) – Brognoli Stefano (1982) – Guerrini Sergio (1999) – Laribi Omar (1986) – Selmi Simone (2000) – Zazzi Federico (1997) Attaccanti: Anastasia Emanuele (1996) – Carella Franco Nicolas (1992) – Cirigliano Davide (2001) – Colombi Matteo (1994) – De Carli Pietro (2003) – Gibillini Matteo (2001) – Mangiarotti Christian (1991) – Mouddou Haron (2002) – Qeros Frenci (1999) Allenatore: Ciceri Andrea (1976)
Il fischietto bitontino arbitrerà la partita di domenica 1 novembre allo stadio Dossenina di Lodi
La partita della prima squadra tra il Fanfulla e il Desenzano Calvina, che verrà disputata alle ore 14.30 di domenica 1 novembre allo stadio “Dossenina” di Lodi, sarà diretta dal Sig. Gianluca Natilla della sezione di Molfetta, il quale sarà assistito dai Sigg. Giovanni Battista Citarda di Palermo e Lorenzo Savasta di Bra (Cuneo).
Appassionato alle materie ingegneristiche e, nello specifico, in quelle inerenti le discipline gestionali, Natilla è arbitro effettivo dal 2012.
Il fischietto bitontino è figlio d’arte; si, perché il padre è Franco Natilla, classe 1957, divenuto arbitro effettivo nel 1972 e successivamente -osservatore Arbitrale nonché commissario nella CAN D, CAN C, CAN A-B presieduta da Pierluigi Collina e Vice Commissario Nazionale CAI.
In carriera Natilla non ha mai incrociato né il Desenzano Calvina né il Fanfulla.
Ricordiamo invece che la formazione Juniores non disputerà la partita in trasferta contro il Calcio Brusaporto, in programma originariamente per sabato 31 ottobre a causa della sospensione da parte della Lega Nazionale Dilettanti per il persistere della pandemia da Covid19. La sospensione durerà fino al prossimo 21 novembre.
Play o mezzala sono i ruoli che predilige Riccardo, approdato alla corte del Desenzano dal Fanfulla, prossima avversaria in campionato
Riccardo Palmieri da quest’anno veste la maglia del Desenzano Calvina. Le due gare con la maglia del Fanfulla giocate contro l’allora Calvina sopra le righe, “stuzzica” i dirigenti gardesani che gli propongono di accasarsi a Desenzano. Lui accetta rinunciando a diverse offerte tra cui anche qualche club dei professionisti. Ripercorrendo il cammino di Riccardo Palmieri, ci si accorge di quanto lui abbia fatto parlare di se sin dai suoi primi calci. Riccardo nasce a Lodi il 26 Settembre del 1995. Inizia la carriera nelle giovanili del Piacenza per poi trasferirsi all’Inter. Poi passa al Modena nella stagione 2013/2014 con la squadra Primavera, ma il team nerazzurro, che ne deteneva la proprietà del cartellino, lo dirotta a metà campionato alla Pro Patria in serie C in prestito e fino al termine del campionato. L’anno dopo al Fidenza in serie D colleziona 21 presenze da titolare. Ancora una stagione in D con l’Olginatese poi nel campionato 2018/2019 si accasa al Fanfulla dove resta fino a Giugno 2020 mettendo in mostra le sue doti calcistiche rilevando saggezza e consolidata esperienza.
Riccardo Palmieri si racconta davanti ai nostri registratori.
Palmieri, questo 2020 è un anno decisamente particolare causa Covid19. Lei come ha vissuto il periodo di lockdown e i mesi successivi, fino a oggi? “Essendo stata un’esperienza nuova per tutti, il primo impatto è stato brutto perché il massimo che si poteva fare era quello di restare chiusi in casa. All’inizio è stata vissuta come una tutela della salute propria e altrui ma poi la situazione è cominciata a pesare. Non vorrei mai più ripetere un’esperienza del genere, speriamo che non si torni indietro”
Il rischio che il campionato si possa nuovamente fermare è più di un’ipotesi. Cosa ne pensa? “Se dovessi essere egoista direi che è ingiusto perché abbiamo vissuto 3-4 mesi di inattività e per chi lo fa come lavoro è proprio brutto. Se la situazione è tale da costringere a fermare tutti i campionati è un conto ma se ci fosse la possibilità di andare avanti, imparando a convivere con questo virus, è giusto farlo. Rispetto al calcio ci sono situazioni in cui il rischio è molto più elevato”
Secondo lei, bisognerebbe fermare il calcio ad ogni livello oppure sono giuste le decisioni che sono state prese? “La Serie A è giusto che continui, perché sono nella situazione di poter applicare tutto ciò che i protocolli richiedono (tamponi, test sierologici ecc). Nelle serie inferiori le difficoltà sono più elevate, sia a livello gestionale che economico. Secondo me non bisogna fermare tutto, farlo significherebbe dare un esempio ma bisogna anche tenere in considerazione che ci sono interessi diversi”
Parliamo di Lei in ambito calcio. Aveva offerte da squadre di Serie C ma ha scelto il Desenzano Calvina. Cosa l’ha portata a questa scelta? “Avrei voluto fare il salto di categoria ma le richieste sono pervenute prima del lockdown e, una volta ricominciato, queste occasioni sono sfumate. Avevo però anche tante proposte dalla Serie D come appunto il Desenzano, che è stata una delle prime. L’intenzione di volermi è stata portata avanti con determinazione dal Direttore Sportivo Eugenio Olli e dall’allenatore Michele Florindo e questo mi ha spinto a scegliuere il Desenzano Calvina”
Come si trova in questo gruppo? Si definisce un silenzioso che preferisce i fatti alle parole, o è parte integrante dello spogliatoio? “Sono due caratteristiche che mi appartengono ma in momenti diversi. Lo spogliatoio è sacro, uno degli elementi più importanti di una squadra. Mi piace viverlo, di solito sono uno dei primi ad arrivare e uno degli ultimi ad andare via. Servono sicuramente entrambe, poi molte volte piuttosto che parlare preferisco dimostrare sul campo”
Ha qualche scaramanzia particolare? “Non ho cose particolari ma, essendo per metà del sud, un po’ di sana scaramanzia me la porto dietro, non ai livelli esagerati ma c’è (ride, ndr)”
Arriva a Desenzano quest’anno, ha deciso di vivere la città anche nel dopo allenamento? “Sono di Lodi ma ho preso un appartamento qui vicino. Ho scelto io e non mi pesa, anzi mi aiuta a potermi gestire tutto quanto; poi la mia ragazza viene molto spesso da me”
Nel curriculum trovano posto le esperienze con Piacenza, Inter, Modena, Pro Patria, Fidenza, l’Olginatese e il Fanfulla: c’è stata qualche situazione singolare o divertente che ci può raccontare? “Un episodio singolare, seppur in negativo, c’è: quando arrivai al Modena, che militava in Serie B, in prestito dall’Inter, feci tutto il ritiro con la Primavera e, al termine, ad una partita era presente Novellino, che all’epoca allenava la prima squadra. Finito il match il mister disse che mi voleva con lui, mi provò in diversi allenamenti e si ventilava l’ipotesi che potessi esordire alla prima di campionato in casa contro il Palermo, guidato da Gattuso. Purtroppo il Direttore del settore giovanile quasi mi fece passare la voglia di giocare a calcio, perché venivo considerato come un giocatore che non si impegnava abbastanza. Questo episodio mi tarpò le ali e mi segnò tantissimo, avevo 17 anni e sono passato dal poter fare qualcosa di grande ad un momento di crisi totale. Fortunatamente sono stato più forte anche di questo”
Pensa che potrà dare più lei al calcio o il calcio a lei? “Faccio questo fin da quando ero un ragazzino, ho dato tanto al calcio e spero in futuro di riavere tanto”
Ha qualche rimpianto? “Un rimpianto c’è: nei momenti importanti, vuoi per sfortuna o per mie colpe, non sono riuscito a sfruttare le situazioni potenzialmente importanti al cento per cento. Non si tratta di veri e propri rimpianti ma quanto di alcuni sassolini nelle scarpe”
Esiste l’amicizia nel calcio? “Secondo me sì, io tutti gli amici che ho li ho trovati nel mondo del calcio, forse è più difficile trovarli al di fuori. Sicuramente è difficile trovare amicizie solide che possono restare per anni ma io mi posso dire fortunato sotto questo punto di vista”
E’ un ragazzo giovane, ha solo 25 anni e ormai sempre di più vanno di moda i social network: cosa ne pensa? “Fino a cinque anni fa li avevo tutti, poi ho cominciato a disintossicarmi dal voler mostrare tutto quello che facevo, adesso ho solamente Instagram. Sono molto utili, la tecnologia e i social rappresentano il principale mezzo di comunicazione, una notizia viene recepita prima rispetto alla televisione o a un giornale. Poi sta a ognuno di noi non abusarne”
Quali sono i suoi hobby al di fuori del rettangolo verde? “Tre anni fa mi sono iscritto ad un’università telematica nella facoltà di Scienze Motorie, quindi specialmente la mattina la passo a studiare per riuscire a portarla a termine. Poi molto tempo lo passo assieme alla mia ragazza oppure a vedere film e tanto calcio, guarderei anche la Serie B del Congo se lo trasmettessero (ride, ndr), e tanto sport”
La famiglia come vive la sua passione nonché il suo lavoro per il calcio? “La mia famiglia è stata fondamentale, mi ha dato la possibilità di fare quello che volevo senza limiti, cercando di farmi capire che però anche la scuola era importante. Non hanno mai messo in dubbio le motivazioni della mia scelta”
C’è un giocatore del presente oppure del passato in particolare con il quale sognava o sogna di giocare? “Sono cresciuto con il mito di Kakà, che è e rimane uno dei miei più grandi idoli, quindi avrei sognato di giocare assieme a lui”
Le consento di sognare a spasso nel tempo e senza divisione di categoria. A chi vorrebbe realizzare un gol? “Direi a Casillas, contro il Real Madrid, in una finale di Champions”
E’ presto per pensare alla fine della carriera, ma come si immagina? “Non penso che diventerò allenatore, ci vogliono qualità e caratteristiche che forse non possiedo. Sicuramente rimarrei nel mondo del calcio e mi piacerebbe insegnare ai bambini a giocare, ma più in veste di istruttore che di allenatore”