Desenzano Calvina, 2-2 nell’amichevole con il Sona

Due capolavori di Recino non bastano per la terza vittoria biancoazzurra. Due volte in vantaggio, i ragazzi di Florindo subiscono il defininitvo pari all’ultimo secondo.

Dopo due vittorie in altrettante partite, il Desenzano Calvina non va oltre il pari nella gara contro il Sona.
La formazione veneta, squadra di Serie D, è un avversario di portata superiore alle due delle prime uscite, ma il Desenzano Calvina dimostra di essere a buon punto della preparazione anche di fronte a sfidanti di pari categoria.
Il Desenzano Calvina oggi va a corrente alternata dimostrando momenti di grande lucidità a momenti di appannamento che sono costati il primo gol ed il rigore che poi Sellitto para dimostrando il suo stato di forma.
Il risultato si sblocca in avvio con Recino che inzucca dopo 4′ minuti mandando la palla sotto l’incrocio dei pali.
Il Sona risponde al 39′ con l’ex Ciliverghe Zecchinato per l’1-1, ma prima del riposo una splendida rovesciata in mezzo all’area di Recino per il 2-1 gardesano, spella le mani del pubblico finalmente accorso in tribuna dopo le restrizioni Covid.
Al 90′ Dal Cortivo strozza la gioia della terza vittoria in altrettante gare del Desenzano Calvina, il suo bel gol rimanda tutti a casa con un pareggio.

DESENZANO CALVINA – SONA 2-2 (pt. 2-1)
RETI: 4’ Recino (DC), 39’ Zecchinato (S), 42’ Recino (DC), 90′ Dal Cortivo (S).
DESENZANO CALVINA PRIMO TEMPO: Sellitto; Turlini, Marco Ruffini, Sorbo, Zanolla; Crema, Palmieri, Luca Ruffini; Franchi; Recino, Gubellini. All.: Michele Florindo.
DESENZANO CALVINA SECONDO TEMPO: Sellitto; Turlini (dal 65′ Mazzurega), Marco Ruffini (dal 65′ Missaglia), Sorbo (dal 65′ Chiari), Zanolla (dal 65′ Perotta); Crema (dal 65′ Palmieri), Cazzamalli, Franzoni; Recino (dal 65′ Gubellini), Mauri. All.: Florindo.
SONA (4-3-2-1) Carletti (dal 46′ Circio); De Nardi (dal 46′ Montresor), Gichiele (dal 46′ Dal Cortivo), Pralini (dal 46′ Zamboni), Frinzi (dal 46′ Multari); Tomasini (dal 46′ Cortese), Tomelleri, Castellan (dal 65′ Lavarini); Cortese (dal 46′ Multari), Bardelloni (dal 65′ Valbusa); Zecchinato (dal 50′ Marchesini). All.: Tomasoni.
ARBITRO Peluso di Brescia.
SPETTATORI: 100 circa.

Salta subito all’occhio una tribuna con circa 100 spettatori che attratti dalla curiosità di un Desenzano Calvina strepitoso nelle prime due uscite pre campionato, condisce il centro sportivo Rovizza di Sirmione finalmente con il colore necessario per una gara di calcio.
Mister Florindo schiera in campo il Desenzano Calvina con un 4-3-1-2. Sellitto in campo alla sua prima stagionale a difesa della porta, Turlini e Zanolla letarali di contenimento con Marco Ruffini e Sorbo nella funzione di difensori centrali. A centrocampo Palmieri playmaker con Crema e Luca Ruffini interni con Franchi tra le linee dietro Recino e Gubellini punte avanzate.
L’inizio e di marca desenzanese con Recino che dopo un minuto in pressing alto, si impossessa del pallone per servire Franchi che da centro area calcia a superare il portiere, un difensore salva sulla linea. Il gol del vantaggio è solo rimandato di qualche minuto, ancora con la coppia Franchi-Recino da protagonisti, il primo scodella un cross a rientrare all’altezza della bandierina per Recino che inzucca e mette al sette per l’1-0.
La risposta del Sona non tarda ad arrivare, è di Zecchinato il primo tiro verso la porta di Sellitto al suo rientro dopo 5 mesi di stop. Il portiere biancoazzurro para senza grossi problemi.
Una manciata di minuti dopo Zecchinato ci riprova, l’ex Ciliverghe viene servito da Cortese abile a impossessarsi della palla in fase di pressing, ma la sua conclusione termina fuori bersaglio.

Il Desenzano Calvina gioca un buon calcio negli spazi ampi e nelle verticalizzazioni ed è proprio una di queste giocate che porta Gubellini alla conclusione al quarto d’ora di gara, il tiro della punta friulana viene parato dal portiere Carletti.
Il Desenzano accusa a quel punto un leggero calo, ne approfitta la squadra veneta che si procura un calcio di rigore per un fallo di mano di Turlini sul tiro di Bardelloni. Dagli undici metri Cortese angola tutto a destra, ma Sellitto frutta tutta la sua altezza per distendersi e parare.

L’undici di mister Florindo ritrova lucidità. Alla mezz’ora di gioco un grande spunto di Luca Ruffini trova Recino puntuale all’appuntamento. L’attaccante desenzanese calibra al meglio la conclusione angolatissima che supera il portiere Carletti ma incoccia sul palo.

Si risveglia il Sona che nell’arco di due minuti prova con Zecchinato a raggiungere il pari. Prima con una azione che disarma la comunque sempre attenta marcatura di Zanolla per spedire alto, poi servito da Finzi, Zecchinato scatta sul filo del fuorigioco per infilare Sellitto nell’angolino basso più lontano.

A 42′ il Desenzano Calvina torna in vantaggio, e lo fa con una spettacolare acrobazia di Giorgio Recino che su una palla alta, dal limite dell’area offre al pubblico una splendida rovesciata che si insacca nell’angolino basso alla destra di Carletti. Chapeau.

Nel secondo tempo Florindo offre qualche minutaggio in più a qualche elemento anche in vista della prossima amichevole di sabato contro il Lumezzane. Dentro Mauri a fare da punta al posto di Gubellini (che poi rientrerà nella seconda parte di tempo per dare fiato a Recino) e con Franzoni per Franchi in posizione di mezzapunta.
Pochi gli spunti salienti nel secondo tempo. Al 12′ Franzoni ci prova da fuori area senza i frutti sperati e al 25′ Bardelloni mette in luce tutta l’abilità del portiere Sellitto. La punta bresciana del Sona, calibra una punizione dal limite indirizzandola verso il palo alla sinistra di Sellitto, il portiere vola sotto l’incrocio e con un bel gesto atletico smanaccia in calcio d’angolo.
Al 27′ del secondo tempo una bella azione di Carraro mette in condizione Gubellini alla battuta a rete, il suo tiro è potente ma Circio risponde con una bella parata.

Quando sembra sia tutto finito, arriva il pari di Dal Cortivo che dalla destra lascia partire un diagonale che non lascia scampo a Sellitto, il pallone sbatte su palo interno per terminare oltre la linea bianca a ridosso del palo opposto.
Nemmeno il tempo di marcare sul taccuino l’autore del gol, che l’arbitro Sig. Peluso decreta la fine della partita.

Michele Florindo, un trascinatore per Desenzano Calvina

Il passato e il presente in una intervista all’allenatore biancoazzurro confermato per il secondo anno alla corte di Roberto Marai

Un inizio di stagione come quello della Calvina 2019/2020, nessuno se lo sarebbe mai aspettato: sei partite, zero punti. Poi la decisione da parte della proprietà di porre rimedio. E anche alla svelta. La Calvina è in piena zona retrocessione, con poche speranze di risalire nonostante la rosa importante. Spunta il nome di Michele Florindo, un giovane allenatore che negli ultimi tre anni si pone all’attenzione sfiorando i playoff a Este e nei due anni successivi all’Adriese con i playoff e un campionato perso di pochissimo. Sulla panchina della Calvina, l’allenatore rodigino si fa conoscere nel giro di 90 minuti, tanti gliene bastano per portare nel carniere della società di Roberto Marai i primi tre punti del campionato. Alla fine i punti sono 41 in 19 partite. Michele Florindo inverte così la rotta grazie alla propria qualità e a giocatori di grande spessore venuti a dargli una mano in corsa, come Boldrin, Boreggio e Mauri, oltre chiaramente a un Del Carro veramente strepitoso.

Per la nuova stagione agonistica, il Presidente Marai ed il Ds Eugenio Olli gli confezionano una squadra competitiva e mister Florindo, dopo appena una settimana di ritiro al “Ghizzi-Tre Stelle”, non vede l’ora di cominciare: “Non possiamo nasconderci dietro un dito – ammette l’allenatore – abbiamo un’ottima rosa e abbiamo tutti gli elementi per essere protagonisti“.

Ma come nasce mister Florindo agli arbori del suo rapporto con il calcio?
Sono uscito dal settore giovanile dell’Adriese – ci racconta il trainer biancoazzurro – a quel tempo militava in serie D, poi dopo cinque campionati in prima squadra, sono andato al Padova dove ho segnato la mia prima esperienza nei professionisti

Quanti anni aveva?
Ne avevo 22 e poter già giocare come punto fermo in C1, mi sono reso conto che potevo dire qualcosa come calciatore. Infatti da lì ho intrapreso un percorso che mi ha portato a giocare a L’Aquila, a La Spezia, a San Marino, a Caserta, a Matera. Sono rimasto in quel mondo fino all’età di 33 anni”

Però ha smesso giovane, aveva già in mente un futuro come allenatore oppure si era semplicemente stancato di fare il calciatore?
Avevo smesso di cercare squadre importanti, ero diventato papà e quindi ho preferito rimanere vicino a casa. A San Donà di Piave però, ho subito un brutto infortunio che mi ha costretto a smettere presto

E’ quindi partita da qui la scelta di rimanere nel mondo del calcio come allenatore?
Ci pensavo già da tempo. Man mano passavano gli anni cominciavo a studiare il calcio in maniera diversa. Durante gli ultimi periodi da calciatore mi scrivevo un sacco di appunti perchè già vedevo in me un futuro da allenatore. Poi ho colto subito l’opportunità, mi sono infortunato a Gennaio e a Giugno dello stesso anno ho cominciato ad allenare

Dove esattamente?
Con la Piovese in Eccellenza. Sono passato in sei mesi dal campo alla panchina

E poi?
Sono andato a Este dove ho allenato due anni, poi Adriese fino all’anno scorso quando sono subentrato alla Calvina

Ma la scelta di allenare è stata dettata dall’ambizione o solo per il puro divertimento di restare nel mondo del calcio?
Premetto che tutto quanto è inerente al calcio mi piace davvero, però essendo un competitivo di natura, quando ho iniziato l’ho fatto pensando di arrivare al più alto livello possibile

Si definisce competitivo di natura. Non trova un po’ curioso per il suo carattere accettare l’incarico dalla Calvina ultima in classifica dopo sei giornate con zero punti?
Il merito più grande che mi attribuisco da solo (ride ndr) nella cavalcata che ci ha portato a chiudere al terzo posto, è stato quello di accettare l’incarico con quella situazione di classifica. Mi sono sempre dedicato allo studio delle altre squadre e dei calciatori che non alleno io, quindi conoscevo l’organico della Calvina e sapevo che non poteva avere quel tipo di risultato. In più molte persone mi hanno parlato benissimo della proprietà. La reputo oggi la miglior scelta fatta da quando alleno

Ma qualcuno le aveva sconsigliato di venire alla Calvina?
Si in tanti. Arrivavo da un quinto posto prima e successivamente un secondo posto, quindi accettando un incarico di quel tipo ho spiazzato tutti. Ma io sapevo che si sarebbe potuto lavorare bene e recuperare il terreno perso

Lei da calciatore ha giocato nel ruolo di difensore, da allenatore ha ribaltato il suo punto di vista e si reputa più offensivista. Sono punti di vista diversi a seconda del ruolo che occupa?
Per natura non sono un attendista, mi piace andare ad affrontare gli avversari e cerco sempre di dare questo tipo di idea alla mia squadra. E’ anche vero che la fase difensiva la curo molto visto che le mie squadre hanno sempre preso pochi gol. Di contro ne abbiamo anche sempre fatti tanti

Quindi è una questione di equilibrio?
“Si, difendersi va bene, ma occorre anche avere coraggio di andare avanti con un uomo in più e senza paura di giocare uomo contro uomo”

Lei è un allenatore giovane, le capita ancora di allenare giocatori più vecchi di lei. Come si comporta in questi casi?
“Come allenatore ho sempre cercato il confronto con tutti. Però per poter fare la differenza devo anche saper ascoltare il gruppo e il singolo. Insomma, aprirsi per quelle piccole esigenze che possono diventare le carte vincenti. Poi in base a questo vado a costruire quello che è il lavoro di squadra. E’ normale poi che io mi confronti in un contesto dove, nel massimo rispetto, decido sempre io pur mettendomi alla pari di tutti”

Ci presenti il suo staff con un aggettivo per ognuno di loro.
“Gianluca Rocelli è il preparatore dei portieri, lavoriamo insieme da cinque anni. E’ la mia parte riflessiva, ovvero quello che mi apre al ragionamento.
Christian Bodini è il fisioterapista, un aggettivo giusto per lui è essere equilibrato. Non è mai fuori dai modi anche quando è seccato, si approccia sempre con il sorriso sul volto.
Mattia Broli, è il nutrizionista, è la novità di quest’anno. E’ giovane ed è il primo anno che si trova in questo contesto. Lo definirei il nuovo che avanza.
Nicola Marini è il preparatore atletico, lui è la professionalità. Lui vede il calcio da un punto di vista quasi maniacale, ha un modo di lavorare attento e preciso in qualsiasi tipo di lavoro che andiamo a sviluppare”

Una parola anche per il Team Manager?
“Diego (Bandera ndr) lo definirei il cementificatore di tutta questa società.
Nei vari momenti di difficoltà durante il periodo nero della scorsa stagione, riusciva sempre ad avere la parola giusta per tutti per riuscire a farci rimanere sempre tutti compatti”

Entriamo nella sua sfera privata. E’ sposato?
“Convivo con Clara, la parte più importante del Florindo-Allenatore. Parliamo molto perchè la reputo una persona molto intelligente e capace nei rapporti umani ed è l’anima che mi completa. Abbiamo tre bambini: Cristiano che farà 8 anni a Gennaio e due gemelli che si chiamano Lorenzo e Matilde, compiranno 6 anni a Novembre.
Abitiamo a Cervarese Santa Croce, un paese sui Colli Euganei in provincia di Padova”

Conta di stabilirsi a Desenzano o fare il pendolare?
“Penso di non muovermi da lì, un viaggio al giorno anche se difficoltoso mi consente comunque di vivere al meglio la mia famiglia. Per chi pensa che possa essere stressante, gli dico che forse non ha mai provato l’emozione di essere aspettato a casa dai propri figli, in quel momento passa tutta la stanchezza”

Vorrebbe vedere i suoi figli giocare a calcio?
“Per me il calcio è tutto, mi ha fatto crescere come persona, quindi se un giorno vorranno, non opporrò ostacoli. Ma non lo farò anche se decidessero di dedicarsi ad altri sport, l’importante è che per loro sia fonte di divertimento”.

Raduno e preparazione per il Desenzano Calvina dal 3 Agosto

Visite mediche al mattino e raduno al “Ghizzi” nel pomeriggio per i 20 convocati

Domani 3 Agosto 2020, sarà un giorno importante per il nuovo Desenzano Calvina visto che sarà dato ufficialmente il via alla stagione sportiva 2020/2021.
Il gruppo, anche quest’anno diretto dal punto di vista tecnico da mister Michele Florindo, si ritroverà in mattinata per le viste mediche presso il Centro Panathleticon di Brescia (via Aldo Moro) e al pomeriggio alle ore 15 presso lo Stadio “Francesco Ghizzi – Tre Stelle” di via Giotto 104 a Desenzano del Garda.
Il programma della preparazione, prevede una seduta di allenamento giornaliera dalle 16 alle 18 dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica sono dedicati al riposo tranne per le giornate in cui sono programmate amichevoli o allenamenti congiunti con altre squadre.
Mister Florindo, sarà coadiuvato nel lavoro di preparazione all stagione di Serie D 2020/2021 dall’allenatore dei portieri Gianluca Rocelli, dal preparatore atletico Nicola Marini, dal fisioterapista Cristian Bodini e dal nutrizionista Mattia Broli. Confermati nello staff il Team Manager Diego Bandera ed il magazziniere Giuseppe Agostini.

Di seguito i convocati per la prima fase della stagione calcistica 2020/2021.
Portieri: Mattia Magri (2003), Gian Marco Sellitto (2002).
Difensori: Michele Carraro (aggregato – 2001), Alessandro Chiari (1997), Nicolas Perrotta (2001), Marco Ruffini (1987), Domenico Sicilia (2002), Federico Sorbo (1991), Alessandro Turlini (2000), Alessandro Zanolla (2001).
Centrocampisti: Alessandro Cazzamalli (1979), Andrea Crema (1999), Andrea Franzoni (1997), Riccardo Palmieri (1995), Daniele Pellegrini (1999), Stefano Tosi (2003).
Attaccanti: Marco Bettegazzi (2002), Stefano Franchi (1985), Mattia Mauri (1992), Giorgio Recino (1986).

Durante la prima settimana di ritiro, la sede degli allenamenti è allo Stadio Ghizzi di Desenzano, in attesa dell’omologazione del nuovo campo in sintetico del Centro Sportivo Maraviglia di via Durighello a Rivoltella.

Alessandro Cazzamalli, 41 anni e non sentirli

Con lo spirito di un ragazzino il centrocampista cremasco confermato nel nuovo Desenzano Calvina: “Ho ancora voglia di vincere”

Correre e lottare è il suo stile, con la maglia del Desenzano Calvina Alessandro Cazzamalli giocherà ancora una stagione, la pensione può aspettare.
Quella di Alessandro Cazzamalli è una carriera ricca di maglie e di soddisfazioni nel limbo tra la serie C e la serie D.
Siamo ancora nel ventesimo secolo quando Cazzamalli veste la sua prima maglia da calciatore e lo fa subito nei professionisti a con la maglia della squadra della sua città in occasione di Triestina – Pergocrema.
Un anno in Eccellenza per farsi le ossa con il Caravaggio, poi Cazzamalli inizia una carriera inarrestabile ed invidiabile: dal 1999 al 2001 alla Calcense poi si specializza in promozioni. Veste infatti le maglie del Pergocrema e sale dall’Eccellenza alla Serie D, stessa cosa nel biennio successivo con la maglia del Salò. Poi un anno di serie D con il Palazzolo e due in serie C2 con il Carpenedolo. E siamo solo all’inizio. A 28 anni infatti arriva la chiamata dalla Spal dove per due stagioni gioca in serie C1 (45 presenze e 3 gol) per poi tornare in C2 per tre campionati con le maglie di San Marino, Rodengo e Savona. Quest’ultima a Gennaio del 2012 lo dirotta ancora al Pergocrema per una nuova serie C1 all’età di 33 anni.
Dal 2012 al 2014 si accasa alla Pro Piacenza in D, poi Castiglione e due stagioni sull’altro campanile di Piacenza dove ottiene al primo anno la promozione dalla serie D alla serie C grazie anche ai suoi 8 gol in 32 partite. Cazzamalli torna quindi tra i pro all’età di 37 anni, ma con ancora tanto da dire, lo testimoniano le sue 33 presenze e 2 gol. Ancora due campionati importanti in serie D con Rezzato e Pergolettese prima di approdare nella stagione 2019/2020 alla Calvina.

Signor Cazzamalli, quest’anno compie 41 anni ed è ancora pedina fondamentale del centrocampo, ha scoperto l’elisir di lunga vita?
(Cazzamalli ride e poi ci scherza su – ndr)
“Si l’ho trovato ma non voglio svelare il segreto o magari sarà per il fatto che ogni tanto una bella birretta fresca non me la nego”

In un rapporto con i ragazzi giovani, quelli delle cosidette quote, lei come si considera? Si sente più un padre o un fratello maggiore?
“Quest’anno giocheremo con un 2002 sempre in campo, è una bella differenza di età effettivamente, però devo anche dire che ho aspettato un po’ prima di mettere su famiglia, quindi con la testa mi sento ancora più vicino a loro. E’ già capitato che al raduno un compagno di squadra giovane avesse provato a darmi del lei, l’ho subito messo in riga”

Le capita sempre più spesso di essere guidato dalla panchina da allenatori più giovani. Cosa cambia in questo caso in un approccio con un trainer?
Ti senti più tranquillo e affronti la stagione con un metodo diverso. Capita spesso che con loro mi confronti spesso per esperienza acquisita”

Anche Mister Florindo è più giovane di lei, come è andata nel rapporto con lui durante lo scorso campionato?
“L’approccio rispetto alla norma è stato diverso. Con lui mi sono confrontato molto e ci siamo dati una mano a vicenda. E’ una cosa particolare che sto vivendo bene”

Forse potrebbe essere un peso più per l’allenatore, non trova?
Probabile. Oltre al rispetto, devo dire che tutti gli allenatori che ho avuto, mi hanno trattato esattamente come gli altri compagni”

Che consigli porta ai ragazzi?
“Bene o male i consigli da portare ai più giovani di anno in anno sono sempre gli stessi. Quello che riscontro maggiormente è che per la legge dell’obbligatorietà di far scendere in campo un certo numero di giocatori con gli anni già stabiliti, da una parte è un bene, dall’altra rischiano di diventare vecchi troppo presto e spesso il calcio non ti aspetta. Il consiglio che posso dare è quello di fruttare al massimo tutte le occasioni, di portare tanta pazienza e di non esaltarsi troppo per le piccole cose”

Ci sono giocatori giovani che per via delle quote annoverano 30-35 presenze in stagione e credono di essere già arrivati. Cosa che non è così. Che monito vuole dare a questi ragazzi?
Di fare sempre un’attenta valutazione su se stessi prima che sulle statistiche. Salvaguardarsi continuando a lavorare e rimanere umili è il mix migliore.”

Molti alla sua età sono allenatori da un pezzo. Non ha mai pensato ad un dopo calcio?
“Si ci penso spesso, ormai ad ogni fine stagione. Però dopo, mi esamino, mi sento ancora bene e quindi sposto lo striscione del traguardo di anno in anno sempre più avanti. Credo che mi piacerebbe restare nel mondo del calcio, ho già conseguito il patentino per poter allenare fino alla serie D, però sono cose che non si possono programmare”

Nella sua lunga carriera ha visto il calcio cambiare di anno in anno. Oggi rispetto ai primi anni di carriera, pensa che sia solo calcolo e studio o c’è ancora una forma di spontaneità nel giocarci?
“Una differenza abissale. Io sono arrivato al calcio attraverso l’oratorio quando era tutto gratuito. A quei tempi ti venivano a suonare il campanello di casa per chiederti se per favore potevi andare a giocare in una squadra. Oggi è un business, sin dai primi calci ad un pallone devi pagare, questo da diritto anche ad alcuni genitori di creare alcuni disequilibri.

Oggi ci sono troppi adulti che vedono nel proprio figlio un futuro campione. Pensa che sia un male per i ragazzi?
Penso che da quel punto di vista il calcio sia peggiorato tantissimo, la colpa è degli adulti, sono genitore anche io e mi faccio un monito.”

Anche lei è genitore. Pensa di indirizzare i figli verso un’attività sportiva?
“Credo di si ma se a livello competitivo o no è ancora troppo presto per dirlo. Linda ha sei anni tra poco e Stella ne ha compiuti due sabato scorso. Eppoi sono due femmine, forse con il calcio non ci proveranno

E’ sposato?
“Convivo insieme alla mia compagna Francesca a Crema, lì ci sono le mie radici”

Quale episodio di questa lunga carriera resterà indelebile nella sua memoria?
Ne ho vissuti tanti negativi e tanti positivi, sintetizzare tutto in un solo momento faccio un po’ fatica. Però quella mia prima partita a Trieste in uno stadio così importante, anche se solo per un quarto d’ora, penso sia stata una tappa importante. Mi ritornano in mente le difficoltà dei primi anni per poi iniziare una risalita fino ad arrivare in C1 andando tanto vicino ad una serie B

Tanti gol in carriera, ne ricorda uno in particolare?
“Un gol stupendo fatto a Verona con la maglia della Spal. Martucci mi servì palla e io senza pensarci due volte sparai una bordata che si infilò nel sette alla sinistra di Rafael. I giornalisti lo definirono uno splendido Eurogol”

Lei ne ha proprio tante da raccontare. E un episodio curioso?
“Quando giocavo con la Pro Piacenza, avevo preso un colpo vicino l’occhio, niente di grave, ma in prossimità della partita il medico mi ha obbligato ad usare degli occhialini protettivi. Impreparato per l’esigenza, al momento dell’appello non ho potuto fare altro che presentarmi dall’arbitro con degli occhialini imbarazzanti, sembravo uscito da una piscina. Credo che Stefano Franchi, anche all’epoca mio compagno di squadra, se lo ricordi ancora, mi ha preso in giro per tanto tempo”

Dove potrà arrivare questo Desenzano Calvina?
“Come società è destinata a fare bene, non so dire quando e come, ma vedo che sta mettendo delle basi importanti con continuità, mi sembra abbia le carte in regola per ripercorrere il cammino della Feralpi Salò. Ci sono elementi giusti, un presidente all’altezza e hanno bene in mente quale sia l’obiettivo”

C’è qualche rimpianto in tutti questi anni di calcio?
Rimpianti e opportunità sfumate fanno parte del calcio a livello quasi quotidiano. Per molto tempo ho rimpianto non aver avuto un livello di preparazione agonistica elevato durante il mio periodo delle giovanili. Poi il passaggio sfumato al Lumezzane, era praticamente già fatto, ma fu l’anno del famoso spareggio playoff contro il Cesena che coincise con l’abbandono di quella dirigenza

Con chi le sarebbe piaciuto avere avuto come compagno di squadra almeno una volta?
“Penso che aver avuto la possibilità di giocare con Diego Armando Maradona, sia stato nel tempo un sogno per molti, una persona nata per giocare a calcio. Avrei voluto far parte di quel Napoli solo per poterlo conoscere meglio sia come giocatore che come personaggio”.