Lutto al Durighello, ci ha lasciati mister Fabio Errico

Si è spento questa notte all’età di 50 anni appena compiuti dopo una lunga malattia, lascia moglie e due figlie

Fabio Errico, allenatore dello Sporting Desenzano fino alla passata stagione ci ha lasciati questa notte.
Mister Errico, si era prodigato nell’ultimo anno a far crescere i ragazzi dell’annata 2003/2004 con le sue capacità tecniche.
Quest’anno sarebbe entrato anche lui nel progetto Desenzano Calvina come allenatore, ma purtroppo la malattia ha avuto la meglio.

Il Presidente del Calcio Desenzano Calvina Roberto Marai, i direttori Stefano Tosoni e Eugenio Olli, i giocatori e lo staff della prima squadra, i responsabili del Settore Giovanile Claudio Monese e Matteo Alberti insieme a tutti i tesserati, ma soprattutto i “suoi ragazzi” del 2003/2004, si stringono attorno a Pamela e alle figlie Asia e Stella per il grave lutto che le ha colpite.

Le esequie si terranno domani, mercoledì 23 Dicembre alle ore 11 al Duomo di Desenzano.

Allievi 2005, l’intervista a mister Davide Marchi

“Prediligo l’attività agonistica e sono consapevole che allenare questa fascia d’età comporta un impegno importante anche fuori dal campo che accetto con molta dedizione”

Davide Marchi è un allenatore del Settore Giovanile del Calcio Desenzano Calvina, la sua squadra è quella degli Allievi 2005 che partecipa al campionato provinciale di categoria.
Un gruppo consolidato che si ripropone anche quest’anno, la scorsa stagione ha infatti vinto “a tavolino” il campionato fermato dalla pandemia e proprio nel momento più bello della corsa della squadra gardesana. Purtroppo anche quest’anno il bel lavoro svolto nella preparazione rischia di non raccogliere i frutti sul campo, a tutt’oggi infatti il Covid è ancora a farla da padrona sui campionati.
Nella prima uscita stagionale il gruppo Allievi 2005 guidato da mister Marchi, vince 2-0 in casa, poi un nuovo alt imposto ai settori giovanili.
In questo periodo però la dedizione all’allenamento e la responsabilità di tutto il gruppo è talmente alta che con delle tabelle individuali gestite via web dall’allenatore.

Marchi di se come calciatore non ha molto da raccontare, ci parla con soddisfazione del periodo passato al Montichiari quando la squadra rossoblu gravita nel mondo dei professionisti. In quel periodo Marchi gioca nella squadra Allievi in un campionato che lo vede affrontare squadre di grande blasone come Milan, Inter e Atalanta. Poi con il passaggio tra gli Juniores, Marchi passa a Pozzolengo dove si concede il lusso anche di qualche presenza in prima squadra.

Come allenatore comincia invece al fianco di Grigoletto a Pozzolengo nella squadra Allievi. Marchi si appassiona e segue il suo mentore a Sirmione per un campionato con la squadra Giovanissimi. Poi arriva il momento in cui capisce che può avere in mano una squadra da solo e a Pozzolengo avvia la sua prima esperienza sulla panchina come primo allenatore. Poi il trasferimento a Desenzano e quest’anno viene confermato per il progetto del Calcio Desenzano Calvina.

Lei come giocatore ha smesso giovane. Perchè?
Alla base della mia scelta ci sono stati dei problemi personali, ma in fondo avevo intuito che dedicarmi al ruolo di allenatore in età giovane, mi avrebbe permesso di aprire porte che invece come calciatore mi ero reso conto che sarebbero rimaste chiuse

A Desenzano lei allena da diverso tempo. Ci racconta la sua esperienza?
Sono arrivato a Desenzano allenando la squadra Giovanissimi, nel periodo in cui il Desenzano era in Eccellenza, era un bel periodo della storia del club. Sull’entusiasmo la squadra che allenavo all’epoca, dal campionato provinciale ha acquisito il diritto a partecipare al campionato regionale. Poi nei due anni seguenti sempre con la gestione Locatelli, ho allenato la squadra Allievi. Successivamente con l’arrivo di Righetti che aveva accettato l’incarico di DS della prima squadra, ho allenato la Juniores Regionale fino al 2017. Tre stagioni per me molto positive

Nella sua carriera di allenatore ha sempre avuto a che fare con adolescenti, una fascia di età abbastanza critica per un individuo. Occorre una bella dedizione in un contesto così delicato, non trova?
Diciamo che mi piace molto l’attività agonistica, la prediligo alla scuola calcio e quindi sono consapevole che allenare questa fascia d’età comporta un impegno importante anche fuori dal campo. Lo accetto con molta dedizione

Allenare ragazzi adolescenti dicevamo, porta sempre un impegno importante. Secondo lei un allenatore in questa fascia di età, quanto conta dal punto di vista tecnico e quanto da quello educativo?
Dal punto di vista educativo conta moltissimo. Non voglio sbilanciarmi in un contesto così difficile, ma è certo che questi ragazzi ti vedono come un punto di riferimento passando tanto tempo con te. In alcuni casi io sono più presente dei loro genitori e questo mi rende coscente della mia responsabilità

C’è qualche ragazzo con cui ha mantenuto legami importanti anche dopo la fine del vostro rapporto professionale?
Certamente, anche più di uno e questo mi rende molto orgoglioso perchè sta a significare che oltre alla tecnica ho potuto far assimilare anche lezioni di vita

Ma un allenatore secondo lei può essere poliedrico al punto di poter allenare sia in “agonistica” che in “non agonistica”?
Ritengo che alla fine quando senti nelle tue corde una predisposizione per una determinata strada, percorri quella. Io mi sento più portato per la sfida e per la partita “vera” e quindi mi sto dedicando all’allenamento per le attività agonistiche piuttosto che per la scuola calcio. Non sottovaluto chi si dedica a quest’ultima, ma a un certo punto segui le tue capacità e quello che ti piace di più

Quindi nell’attività di base non ci si vede?
Non credo esista un allenatore in grado di allenare sia la prima squadra che i “piccoli amici” sono ruoli completamente diversi, quindi ti trovi di fronte ad una scelta

Ma una possibilità di panchina di prima squadra oggi, come la prenderebbe in considerazione?
Ho provato a Pozzolengo l’ebbrezza di allenare una prima squadra, volevo completare l’esperienza e vedere come ne sarei uscito. Ogni cosa al suo tempo

Cosa l’ha fatta decidere per il settore giovanile a Desenzano anzichè una carriera tra “i grandi”?
Ero appena diventato papà per la seconda volta. Vivo a Desenzano e quindi essere vicino a casa mi ha giovato. Consideriamo anche che la mia dedizione di allenatore è una passione, il mio lavoro è un altro. Lavoro nel settore alimentare per 8 ore al giorno

Visto che è entrato nella sfera privata, lei è papà di due figli maschi, li farà giocare a calcio?
Mattia ha sei anni, ha iniziato lo scorso anno la trafila nella scuola calcio del Desenzano. Andrea ha solo un anno, è ancora presto ma collocato in famiglia con un allenatore e un giocatore è probabile intraprenderà la stessa strada

E sua moglie cosa dice?
Simona porta sempre tanta pazienza

Ci sono episodi nella sua carriera che confermano che sta facendo un buon lavoro con il settore giovanile?
La mia soddisfazione è quando incontro ragazzi che ho allenato 10 anni fa che si fermano a salutarmi e a scambiare due parole. Penso che questo sia un grande riconoscimento di stima e lo prendo sempre come un piccolo successo per il mio lavoro svolto

Mister Marchi come si comporta con un ragazzo che salta spesso gli allenamenti?
Credo che alla base di tutto occorre sempre capirne il perchè. Io ho sempre insegnato e preteso buona educazione. Quando allenavo in prima squadra un giocatore che saltava due allenamenti avrei potuto farlo giocare ugualmente, nei ragazzi le dinamiche sono un po’ diverse dove contano più gli equilibri e la gestione del gruppo

Quest’anno lei ha costruito un bel gruppo sulle fondamenta della squadra dell’anno scorso. Purtroppo ancora uno stop. Come vede questa situazione?
Cerchiamo di essere ottimisti e mi auguro che i ragazzi possano tornare a giocare quanto prima. Si stanno tenendo in forma come possono, ieri hanno partecipato ad un corso comulativo sulla piattaforma zoom e si stanno dedicando anche alla pratica di yoga, una disciplina sottovalutata per il calcio ma che invece offre tante possibilità soprattutto in questo periodo

Ma la gestione di un gruppo di ragazzi che hanno una smisurata voglia di correre, come la sta vivendo?
E’ molto difficile da gestire. Mi confronto sempre con Matteo Alberti e Claudio Monese (Direttore e Responsabile del settore giovanile ndr) e dalle nostre telefonate si evidenzia il fatto che oltre a stare a casa dal divertimento vivono dalla loro camera anche le lezioni scolastiche. Un passo difficile per un adulto, figuriamoci per un ragazzo di 15 anni. Occorre trovare il guisto equilibrio, far loro passare troppo tempo sulle piattaforme diventerebbe un eccessivo peso e si potrebbe ottenere un effetto contrario

Lei che è un esperto nei rapporti con gli adolescenti, cosa va detto loro in questo periodo storico non indifferente?
Innanzitutto occorre trasmettere ottimismo. Poi far capire che ognuno di noi è responsabile per se e per gli altri. Potremmo essere tutti nella condizione di trasmettere il virus e sensibilzzarli su questo. Poche regole ma esposte nel modo giusto. Va anche detto che questi ragazzi hanno bisogno di divertirsi, di correrre e di giocare, credo quindi che quando potremo riprendere, l’aspetto tattico aspetterà un po’.

Paolo Balestro, dal Veneto a Desenzano per calcio e cuore

Da Trissino a Desenzano per i ragazzi del settore giovanile. Oggi allenatore della squadra Allievi che gli sta riservando molte soddisfazioni

Con una squadra Juniores ancora in fase di rodaggio alla sua prima esperienza di un campionato nazionale, la squadra allievi 2004 diventa di diritto il fiore all’occhiello del Settore Giovanile del Calcio Desenzano Calvina.
Un gruppo consolidato che sulle fondamenta dello scorso campionato quando ancora portava il nome di Sporting Desenzano, partecipa al campionato Provinciale dove alla prima giornata, unica fin’ora disputata prima dello stop, riesce a fare la voce grossa in casa dei cugini del Rovizza Sirmione con un perentorio 7-1.
Una squadra che sin dalla vigilia desta impressione di favorita e alla prima occasione dimostra tutto il proprio valore.
Uno degli artefici di questo è Paolo Balestro allenatore della squadra.

Balestro comincia a dedicarsi al calcio agonistico tardi, senza essersi mai iscritto ad alcuna scuola calcio, ma con delle virtù che lo portano ad togliersi qualche soddisfazione in poco tempo. Veneto di Trissino (Vicenza), convive con il calcio in famiglia, lo zio Sergio è allenatore e quindi all’età di 9 anni lo convince a iscriversi alla squadra Pulcini del suo paese. Da lì inizia tutta la trafila fino ad arrivare a disputare i campionati Allievi con l’Arzignano e Juniores con il Cornedo dove resta fino alle porte della prima squadra.

Balestro nella sua esperinza calcistica, il suo curriculum si ferma al campionato Juniores. Cosa l’ha fermata?
In quel momento della mia vita il calcio era diventato più un impegno che una passione. Mi era passata la voglia e piuttosto che fare il dilettante in questo modo ho preferito dedicarmi ad altro

Peccato perchè mi risulta che aveva messo gli occhi addosso anche il Vicenza Calcio. Si è pentito poi di questa scelta?
Alla lunga si. Ero nella squadra Giovanissimi quando ho fatto il provino nel Vicenza e qualche soddisfazione ero anche ruscito a togliermela anche negli anni seguenti. Ero giovane e la pressione di una prima squadra non sono riuscito a reggerla

Quindi si è dedicato subito all’attività di allenatore?
Quasi subito. Ho conosciuto Debora che poi è diventata la mia compagna. Lei è di Desenzano e quindi per potermi trasferire vicino a lei ho “spolverato” dal cassetto la mia vecchia passione

Ma a parte la voglia di trasferirsi con la sua compagna, perchè questo ritorno di interesse?
Ho conosciuto Debora già madre di due ragazzi che giocavano nell’allora Sporting Desenzano e la loro passione mi ha riacceso l’interesse. La dedizione di Davide e Omar è encomiabile tanto da riaccendere il fuoco e per questo mi sono rimesso in gioco

Correva l’anno?
2014. Responsabile tecnico era Davide Pegoraro che mi ha affiancato a Elena Gervasi allenatrice della squadra Pulcini. L’esperienza è stata davvero importante, ma sentivo la voglia di confrontarmi con il mondo agonistico. Sono stato accontentato e l’anno successivo sono passato nello staff dei Giovanissimi come secondo di Francesco Cominelli (oggi allenatore dei Giovanissimi Provinciali del Calcio Desenzano Calvina ndr)

Come è stata quell’esperienza?
Un bel ricordo perchè abbiamo fatto un campionato di vertice. I risultati sono arrivati solo parzialmente perchè abbiamo sfiorato di un nulla la partecipazione alla fase regionale e siamo arrivati in Primavera fino alla semifinale della fase provinciale

Come prima esperienza niente male. Poi negli anni a venire cosa è successo?
Grazie alla spinta di Cominelli che ancora oggi ringrazio tantissimo, mi sono iscritto al corso per allenatori UEFA C da fare a Mantova. Un bell’impegno che prevede l’obbligo di frequenza per sette settimane nelle sere dal lunedì al venerdì, più il sabato mattina

Cosa le è rimasto di quella esperienza?
Il gruppo di lavoro. Eravamo io e altri quattro allenatori bresciani che tutte le sere ci trovavamo al casello di Desenzano per andare a Mantova. Un’agonia iniziata a Settembre e finita quasi a Natale. Ma le soddisfazioni poi sono state tante. Ho avuto la fortuna di avere un docente come Stefano Bonaccorso responsabile dei territori base dell’Atalanta e Alberto Pasini docente di metodologia anche lui nel giro dell’Atalanta

L’allora Sporting Desenzano le ha riconosciuto gli sforzi compiuti?
Si molto. L’anno successivo mi ha affidato la conduzione della squadra Giovanissimi. L’anno successivo sono stato inserito nello staff della Juniores che partecipava al Campionato Regionale. Lì ho fatto il secondo, ma l’esperienza è stata importante perchè in quella fascia di età cominci a vedere il calcio vero imparando molto sulla figura di “mister

Oggi invece si dedica a quale squadra?
Sono il primo allenatore della squadra Allievi Under 17

Una squadra forte che si è gia posta all’attenzione di tutti. Complimenti. Però questo sarà l’ultimo anno, poi l’anno prossimo passeranno Juniores e quindi entreranno in un circuito molto particolare. Come vive un allenatore di un gruppo all’ultimo anno di giovanile pura?
Non mi sento sicuramente un marinaio che deve ancorare la barca al porto e poi abbandonarla. Mi vedo invece come un traghettatore per il calcio importante. Insomma ho la voglia di trasmettere loro quella mentalità forte che consentirà loro di affrontare un campionato Nazionale con la dovuta preparazione

Com’è il rapporto con i suoi ragazzi?
Insegno molto la funzione dei ruoli. C’è il momento in cui si può essere “amici” altri invece in cui prevale l’aspetto professionale. Un po’ bastone un po’ carota

Il Covid non ci sta aiutando. Tutti siamo sotto sforzo al fine di rendere una stagione particolare come questa, più idonea possibile. Lei cosa dice ai suoi ragazzi?
Innanzitutto che non bisogna abbattersi e tenersi pronti per la ripresa che prima o poi ci sarà.
A Luglio quando Monese mi ha proposto la conduzione di questa squadra, il periodo era simile ad ora. La squadra era ancora da formare ma la voglia di fare bene era talmente alta che abbiamo formato un gruppo importante con conseguente voglia di iniziare subito a giocare. Oggi la situazione è simile a quella di questa estate

Come vede l’uso di yoga e della preparazione atletica attraverso le piattaforme internet?
Mio padre è insegnate di yoga, quindi per me questa è una porta spalancata perchè già ne conosco l’utilità della sua applicazione

Quindi con l’appoggio di suo padre, anche lei trova utile questa disciplina…
Ti aiuta molto. Fondamentale nei ragazzi più che con gli adulti. Alcuni punti della sua pratica sono solo da ritenesi positivi. Poi se un ragazzo di una fascia di età dai 15 ai 17 anni ne ha capito qualcosa, cambia da soggetto a soggetto. La possibilità di lezioni dal vivo con la maestra avrebbe potuto ottenere risultati certi, però oggi possiamo fare così e ci adattiamo. Penso piuttosto che queste lezioni possano essere riproposte anche in futuro quando la pandemia sarà solo un ricordo

Una curiosità. Lei ha partecipato?
Certamente. Poi ho riscontrato una importante partecipazione dei miei ragazzi che si sono connessi in 20 su 22. Poi anche il feedback nei confronti dell’insegnante è stato molto positivo

I suoi ragazzi che ricordo si porteranno di mister Balestro?
Spero di vincere il campionato così mi ricorderanno vincente

E un ricordo negativo di lei che si porteranno?
Spero nulla, magari qualcosa che non sarò riuscito a trasmettere

Si vede allenatore in una squadra professistica?
Oggi voglio specializzarmi nell’agonismo dei giovani, ho 35 anni e avrò tutto il tempo per arrivarci se ne avrò possibilità. Per ora penso solo a far bene con i giovani

Quanto conta per un settore giovanile la volontà della dirigenza di creare una squadra che vuole il professionismo?
Moltissimo. A Desenzano manca proprio il calcio. Una prima squadra mette entusiasmo ed euforia e se questa è costruita con ambizioni anche a lungo termine, ne trovano benefici tutti.

“Zoom”, e gli allenamenti continuano

I ragazzi del settore giovanile del Desenzano Calvina si mantengono in forma con yoga ed esercizi attraverso la piattaforma online

Con l’emergenza Covid si aguzza l’ingegno e con un occhio sempre ai dettagli, ci si tiene in forma per non perdere di vista l’obiettivo, anche in modalità lockdown.

Il Settore Giovanile del Calcio Desenzano Calvina tiene “in caldo” i muscoli dei propri atleti con attività a distanza attraverso la piattaforma Zoom.

Gli ordini da parte degli allenatori arrivano quindi a distanza. Lontani ma vicini ai propri ragazzi grazie a Zoom, l’applicazione che permette ai tecnici di tenere sotto controllo la propria rosa di giocatori in termini di esercizi.

Il Calcio Desenzano Calvina, sempre attento alle dinamiche imposte dall’emergenza offre i servizi online delle lezioni yoga e di allenamento atletico già da qualche giorno, la partecipazione dei singoli tesserati è massiccia, segno della volontà dei tesserati biancoazzurri di farsi trovare pronti al momento della riapertura dei centri sportivi e quando il calcio tornerà ad essere interpretato come lo era prima della situazione pandemica attuale.

Amadeo Cataldi, dall’Oceania al Garda per amore del calcio

Arriva al Settore Giovanile con tanta esperienza. Dall’Australia al Canada e dalla Svizzera all’Egitto per promuovere il calcio nelle scuole

Amadeo Cataldi è un allenatore del settore giovanile del Calcio Desenzano Calvina.

Cataldi calcisticamente parlando, ha molto da raccontare. Allena dal 2004 e fino a oggi pratica il suo mestiere da una parta all’altra del mondo. I suoi esordi calcistici da mister partono infatti dell’emisfero australe dove entra a far parte di un progetto di promozione nelle scuole elementari australiane. Poi il rientro in Italia. Con le valigie ancora da disfare, il Milan gli propone un periodo da trascorrere in Canada per un nuovo piano di promozione calcistica. Dal Canada a Milanello il passo è breve, così Amadeo Cataldi si veste di rosso-nero per dare il suo contributo al settore giovanile. Diventa responsabile tecnico delle squadre dei giovani e delle scuole calcio toccando realtà come Egitto, Svizzera passando per i vari Milan Champ estivi. La sua esperienza lo porta a diventare formatore di diversi allenatori e si dedica alla formazione dei giocatori in erba. Poi Cataldi si trasferisce a Desenzano per poter allenare la Feralpi Salò dove conosce Aimo Diana e al suo fianco vive esperienze in Serie C (Sicula Leonzio e Melfi). Accantonata l’esperienza come allenatore dei professionisti, collabora con la Pro Desenzanese fino alla scorsa stagione quando sposa il progetto Desenzano Calvina dove oggi è uno dei pilastri del Settore Giovanile.

Il suo progetto australiano è molto affascinate, ha voglia di parlarne?
Mi sono trovato in questo programma per caso. La Federazione Calcio del posto aveva in mente di attuare un piano di interesse per il calcio nelle scuole primarie e io mi sono dedicato a questo tipo di promozione occupandosi anche della nazionale Under 17 che è un’importante risorsa per la Nazionale maggiore

Quanto tempo è stato cittadino australiano?
Dopo cinque anni di lavoro sono tornato per un breve periodo per salutare la mia famiglia. Già. Pensavo fosse solo per un breve periodo, ma ho conosciuto Cristina, poi diventata mia moglie, che mi ha fatto dimenticare l’Australia portando la mia residenza a Desenzano dove lei vive da sempre

Poi Canada e Milan. Come ha fatto ad arrivare a Milanello?
L’amicizia con Giovanni Lorini (oggi allenatore della squadra esordienti del Calcio Desenzano Calvina ndr) ha fatto modo che io abbia avuto delle valide referenze. Ho lavorato in rossonero per 5 anni con una importante esperienza nelle scuole calcio internazionali

Amadeo, come è arrivato a far parte del progetto Desenzano Calvina?
Libero da impegni professionali ed ormai trasferitomi a Desenzano, ho cominciato a dare supporto alla Real Desenzanese. Poi l’incontro con Claudio Monese (responsabile del Settore Giovanile ndr) è stato determinante per il mio passaggio al Desenzano poi divenuto Desenzano Calvina

Cosa le ha proposto?
Da principio non avrei voluto allenare, penso che i campionati provinciali e dilettantistici siano esperienze che devono fare i giovani. Ho più di 40anni, ho fatto professionismo, ho allenato in serie C e venire qui per togliere la possibilità ad un ragazzo di venticinque anni di mettersi in evidenza non mi piace. Così mi sono dedicato a quei corsi di tecnica individuale che hanno riscontrato una massiccia partecipazione

Pensa che la sua didattica e tutto il bagaglio di esperienza che lei ha accumulato, può essere un beneficio per i ragazzi?
Sono un patito di tecnica. Purtroppo questa non viene mai curata nel dettaglio, i maestri di tecnica sono spartiti da tanto tempo perchè la nuova generazione è molto attenta a situazioni corali tralasciando l’individualità che io invece ritengo abbia ancora il suo peso

Quindi lei vede il lavoro collettivo come l’amalgama di tante individualità?
Si. Se riflettiamo un attimo, più sali di livello, più il giocatore deve affidarsi a figure per la sua tutela individuale, per questo ha sempre al suo fianco un procuratore. In parole povere, ognuno cura se stesso pur lavorando all’interno di un collettivo. Penso che la bravura di un allenatore moderno sia quella di far funzionare tutti gli elementi all’interno di un gruppo. Ma se alla base hai solo schemi e senza alcuna individualità non arrivi lontano. Visti da fuori possono sembrare tutti attori di una playstation, ma alla base ogni giocatore ha la sua storia e il suo talento.

Il suo cammino professionale è molto interessante: Australia, Canada, Milan e tante realtà estere come Svizzera e Egitto. Perchè poi ha smesso di seguire questa linea professionale?
Sentivo il desiderio di allenare una squadra senza fare il direttore tecnico o il formatore. Era un’esperienza che non avevo ancora vissuto al 100% ed ho sfruttato l’opportunità della Feralpi Salò che nel 2013 mi ha offerto di fare il secondo ad Aimo Diana. Abbiamo fatto insieme Giovanissimi, Beretti dove sono rimasto come primo allenatore quando Diana è passato ad allenare la Prima Squadra in Serie C.

Con Aimo Diana ha avuto un rapporto professionale intenso. Infatti dopo questa breve separazione lo ha seguito in altre esperienze. Cosa le ha portato questo tipo di background?
Ho seguito Diana a Pavia, dove non siamo riusciti a lavorare perchè partiti per fare una serie D ci siamo trovati in Eccellenza e poi a Melfi in serie C dove abbiamo salvato una squadra spacciata e destinata alla retrocessione. L’anno dopo ci siamo trasferiti alla Sicula Leonzio che presa al 16° posto l’abbiamo portata a disputare i playoff. Tutte esperienze importanti e diverse tra loro, ma hanno arricchito la mia cultura e le mie esperienze

Poi Diana è andato a Renate in Serie C, ma lei non è rientrato nel suo progetto. Come mai?
Diana è subentrato a campionato in corso e il secondo c’era già. Nessun divorzio (ride ndr)

Nella sua sfera privata, lei dove si trova meglio? In città o in provincia?
Ho vissuto a Milano e per un periodo anche a Londra. Sono luoghi che non mi appartengono. Prediligo realtà di provincia

Come Desenzano?
La qualità della vita qui è ottimale, si addice di più alla mia persona

Ma la storia di Amadeo Cataldi ai primi calci ad un pallone come è stata?
Ho sempre voluto giocare a calcio, l’ho sempre sentito dentro ed è a tutt’oggi ancora l’unica cosa che mi sia veramente piaciuto fare nella vita. Da bambino pensavo solo ed esclusivamente al calcio

Ha mai desiderato fare il calciatore professionista?
Si, come tutti i bambini. Però molto presto ho capito che era meglio lasciar perdere, non avevo capacità mentali e caratteriali per diventarlo. Ho quindi pensato di studiare per fare l’allenatore e le mie prime esperienze sono arrivate già all’età di 27 anni

Un bel bagno di umiltà. Non trova?
Diciamo che rispetto al passato i tempi sono cambiati molto. Negli anni 60/70 il calcio veniva sempre dopo lo studio e molti genitori ne scoraggiavano la pratica. Oggi c’è un’inversione di tendenza e qualche volta non disdegnano il fatto che si possa saltare scuola ogni tanto per una partita. Oggi i genitori seguono sempre i loro figli soprattutto perchè nell’era moderna non hanno troppo tempo a disposizione da passare con loro, ne condividono quindi i loro divertimenti, magari sognando qualcosa di grande

Una volta con la maestra unica, questa aveva la funzione di un genitore aggiunto. Oggi l’allenatore che condivide con il ragazzo diversi momenti del suo tempo, crede possa essere considerato lui un genitore aggiunto?
Noi abbiamo il privilegio di seguire i ragzzi nella loro formazione e nel loro percorso di maturazione. Oggi un allenatore del settore giovanile non può e non deve essere solo un dispensatore di schemi e tecnica, ma anche un aiuto per la sua crescita come uomo. Aggiungiamo anche che in questo periodo storico, noi siamo a contatto con i ragazzi più dei loro genitori. Sembra assurdo ma è così. Questo diventa anche una forte responsabilità per noi

Nell’anno in corso, il nostro maggiore avversario è stato il Covid. Come si è mosso il Settore Giovanile al riguardo?
Stiamo provando a fare tutto quanto previsto nel nostro programma per il bene dei ragazzi, ma sempre con la dovuta attenzione. Quando è uscita l’ordinanza che ci ha bloccati, ci siamo trovati nella necessità di agire velocemente per non sospendere l’attività. Avevamo due alternative: lasciar perdere tutto o programmare per loro una linea di allenamento che non riguardassero il contatto per poterli tenere allenati e pronti quando tutto si sarebbe riaperto. Abbiamo voluto creare un percorso misto individuale che prevede anche lo Yoga, una disciplina bellissima che si associa al calcio, basta vedere che nella Preminum League lo praticano almeno da 20anni, poi anche personaggi come Cristiano Ronaldo e campioni di altri sport ne fanno pratica. Nel nostro progetto, allo yoga si affianca una fase atletica individuale che oggi purtroppo si dovrà fare a casa per le ulteriori restrizioni del nuovo DPCM

Perchè un giovane può scegliere Desenzano?
Innanzitutto un ragazzo deve fare attività fisica, è fondamentale per la sua crescita. Per come è il mondo oggi, è più facile praticarlo in una società sportiva. Noi siamo solidi, ben organizzati, siamo una relatà in crescita capace di dare sia l’opportunità di apprendimento del gioco sia un contributo a livello sociale. Cerchiamo di lavorare su tutti i livelli e sono sicuro che con il tempo miglioreremo sempre di più. Oggi abbiamo già una bella struttura, allenatori validi e una prima squadra che disputa un campionato nazionale che ritengo possa essere un valore aggiunto al progetto già di per se interessante

Cosa spera di portarsi da questa esperienza a Desenzano?
Qui non c’è stata storia professionale. Io spero di poter contribuire ad una inversione di tendenza e che nei prossimi 20 anni possano uscire da Desenzano diversi talenti del calcio.

Temporaneamente sospesa l’attività del settore giovanile

Come da DPCM si rende necessaria la sospensione che però continua online con allenamenti individuali con la connessione al proprio mister

Con il nuovo DPCM si rende necesaria la sospensione temporanea dell’attività del settore giovanile.

Con l’attenta guida dei rispettivi allenatori, i ragazzi in questo secondo lockdown potranno mantenere la forma fisica e atletica attraverso degli esercizi che i rispettivi allenatori impartiranno attraverso una piattaforma digitale. I ragazzi collegandosi ad internet, potranno così continuare ad allenarsi a casa per farsi trovare in forma alla ripresa dell’attività.